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Cronaca Favara

Pestato a morte per un rimprovero: niente sentenza, il perito chiede tempo

Il giudice vuole fare maggiore chiarezza sulle cause del decesso di Bennardo Chiapparo: slitta verdetto

Il perito chiede altro tempo: slitta la sentenza del processo, a carico di quattro imputati, accusati del pestaggio di Bennardo Chiapparo, morto a 68 anni il 10 febbraio del 2016, 9 giorni dopo avere battuto la testa per terra a causa – secondo l’accusa – di un violento pugno al torace ricevuto.

Secondo il pubblico ministero Emiliana Busto, che aveva chiesto quattro condanne fra gli otto e i dodici anni, si era trattato di una "brutale spedizione punitiva".

Secondo gli avvocati Alfonso Neri e Salvatore Pennica, invece, difensori degli imputati, "non è plausibile sostenere che ci sia stata un'aggressione da parte di sette persone ed è evidente che l'anziano è morto per ben altre cause, a distanza di oltre una settimana". Il gup Luisa Turco, sette mesi fa, dopo avere sentito tutte le parti, ha deciso di vederci chiaro e approfondire la questione. Niente sentenza: dopo un paio di ore di camera di consiglio, il gup ha ritenuto indispensabile ai fini della decisione la nomina di un perito. Un medico legale che dovrà esaminare meglio alcuni aspetti e riferire in udienza, in contraddittorio fra le parti. Oggi era prevista la deposizione del perito che, però, ha chiesto tempo per depositare la sua relazione. L’udienza è stata, quindi, rinviata al 16 dicembre. Nell'ambito dell'inchiesta, il 5 dicembre di tre anni fa, erano finiti in carcere Antonino Pirrera, favarese di 41 anni, principale imputato nei cui confronti il magistrato della Procura ha chiesto la condanna a 12 anni di reclusione. Otto anni di reclusione, invece, sono stati proposti per Giovanni Ruggeri, 44 anni, Carmelo Pullara, 28 anni, e Michele Sorce, 35 anni, tutti di Favara, finiti in un primo momento agli arresti domiciliari. 

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