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Martedì, 19 Marzo 2024
Omicidio preterintenzionale / Favara

Pestato e ucciso perchè aveva dato uno schiaffo a un ragazzino: chieste 4 condanne

Bennardo Chiapparo morì a 68 anni il 10 febbraio del 2016, 9 giorni dopo avere battuto la testa per terra a causa – secondo l’accusa – di un violento pugno al torace ricevuto. L'uomo aveva rimproverato e percosso un bambino: il padre e tre amici avrebbero organizzato la spedizione punitiva. Proposte pene fino a 8 anni e 8 mesi

Pestato a morte perchè aveva dato uno schiaffo a un ragazzino che aveva colpito con un calcio l'insegna del suo autolavaggio. Secondo il pubblico ministero Maria Barbara Cifalinò i quattro imputati, accusati di avere organizzato la spedizione punitiva per vendicare le percosse al figlio di uno di loro, sono responsabili di omicidio preterintenzionale. 

Il processo, in corso con rito abbreviato, davanti al gup Giuseppe Miceli, è quello per il presunto pestaggio di Bennardo Chiapparo, morto a 68 anni il 10 febbraio del 2016, 9 giorni dopo avere battuto la testa per terra a causa – secondo l’accusa – di un violento pugno al torace ricevuto.

Nell'ambito dell'inchiesta, il 5 dicembre dello stesso anno, erano finiti in carcere Antonino Pirrera, favarese di 44 anni, principale imputato nei cui confronti il magistrato della Procura ha chiesto adesso la condanna a 8 anni e 8 mesi di reclusione. Condanna che sarebbe stata superiore di un terzo se i difensori, gli avvocati Alfonso Neri e Salvatore Pennica, non avessero chiesto il giudizio abbreviato.

Quattro anni, 6 mesi e 20 giorni di reclusione, invece, sono stati proposti per Giovanni Ruggeri, 47 anni, Carmelo Pullara, 31 anni, e Michele Sorce, 38 anni, tutti di Favara, finiti in un primo momento agli arresti domiciliari. L’accusa ipotizzata per tutti è di omicidio preterintenzionale.

Chiapparo sarebbe morto per un brutale pestaggio, una vera e propria spedizione punitiva generata dal fatto che – secondo l’ipotesi del pm – aveva dato uno schiaffo al figlio minorenne di uno dei quattro imputati – Pirrera – che per questo avrebbe organizzato la rappresaglia insieme agli altri tre amici.

I difensori di parte civile, gli avvocati Francesco Gibilaro, Gisella Spataro e Giuseppina Ganci si sono associati alle richiesta di condanne. Il processo è stato aggiornato al 27 febbraio per completare le arringhe difensive. 

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