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Cronaca Favara

La faida sull'asse Favara-Belgio, il pm: "Prove su traffico di droga e omicidi"

Prosegue la requisitoria al processo scaturito dall'operazione "Mosaico" che ha fatto luce su una serie di rappresaglie per vendicare un debito non saldato

Ci sono le prove a carico dei responsabili degli omicidi e dei tentati omicidi nonchè dell'esistenza di un vasto traffico di droga e del ruolo dei suoi componenti".

Il pubblico ministero Alessia Sinatra ha proseguito la sua requisitoria al processo scaturito dall'inchiesta "Mosaico", che ha svelato una faida sull'asse Favara-Belgio, scaturita dall'omicidio dell'imprenditore fiancheggiatore del boss Gerlandino Messina. 

Sono tre gli omicidi consumati e due gli agguati falliti al centro della vicenda: altri fatti di sangue sono stati oggetto di indagini ma non sono stati trovati sufficienti elementi per farli approdare a processo.

Sullo sfondo, un traffico di armi e droga. Alcune accuse sono state stralciate. L'operazione, che ha fatto luce su altri episodi di sangue maturati nell'ambito degli scontri fra le due bande, è stata eseguita il 15 settembre dell'anno scorso dalla squadra mobile.

Sotto accusa: Antonio Bellavia, 48 anni, residente in Belgio; Calogero Bellavia, 30 anni, di Favara; Calogero Ferraro, 43 anni, di Favara; Calogero Gastoni, 38 anni, di Agrigento; Carmelo Nicotra, 39 anni, di Favara; Gerlando Russotto, 31 anni, di Favara; Carmelo Vardaro, 44 anni, di Favara e Vincenzo Vitello, 64 anni.

Il solo Vardaro non ha scelto riti alternativi e, già in precedenza, è stato rinviato a giudizio: il dibattimento inizierà il 26 ottobre davanti ai giudici della Corte di assise presieduta da Alfonso Malato. Tutti gli altri saranno giudicati con il rito abbreviato: la requisitoria, giunta alla seconda "puntata", continua il 21 e il 28 ottobre con le richieste conclusive.

Tre gli omicidi "con metodo mafioso" contestati: quello di Mario Jakelich, avvenuto il 14 settembre del 2016 in Belgio (contestato ai Bellavia e a Vardaro), quello ai danni di Carmelo Ciffa, ucciso in pieno giorno a Favara il 26 ottobre del 2016 (contestato ai Bellavia) e quello ai danni di Emanuele Ferraro, ucciso a Favara l'8 marzo del 2018: il delitto è contestato a Gastoni. Maurizio Di Stefano, 47 anni, di Favara, la cui posizione di indagato è stata stralciata, sarebbe stato vittima di due tentati omicidi: il primo in occasione dell'omicidio di Jakelich e il secondo, il 23 aprile del 2017, a Favara, nel magazzino di Nicotra: anche in questo caso la vittima designata era lui ma si salvò e restò solo ferito.

Il pm ha ricostruito proprio quest'ultimo fatto di sangue contestato ai due Bellavia, Vardaro e Ferraro. "I video delle immagini di videosorveglianza e le successive intercettazioni mostrano senza alcun dubbio chi ha composto il commando". Sulla posizione di Gastoni ha aggiunto: "E' evidente la sua responsabilità, lo stub ha accertato la presenza di tracce di polvere da sparo. Ha agito per vendicare il cognato Nicotra e l'amico Di Stefano".

La vittima designata, anche in questo caso, sarebbe stato Di Stefano che, secondo quanto sostiene la Dda, avrebbe acceso la miccia uccidendo l'imprenditore Carmelo Bellavia, vicino al clan di Gerlandino Messina, che non gli aveva restituito una somma di denaro prestata nè aveva saldato un debito di droga.

Il pm ha ricostruito pure il presunto depistaggio di Nicotra che avrebbe mentito per proteggere i suoi stessi killer e si è soffermata sul presunto traffico di armi e di droga. "A descrivere il giro di stupefacenti - ha aggiunto il pm Alessia Sinatra - è stato il collaboratore di giustizia Giuseppe Quaranta il cui racconto ha trovato ulteriore riscontro nelle dichiarazioni di un collaborante straniero". 

Il 28 ottobre si torna in aula per la terza e ultima udienza dedicata alla requisitoria con le richieste conclusive. Poi saranno individuate alcune date per le arringhe dei difensori (gli avvocati Salvatore Cusumano, Salvatore Virgone, Giuseppe Barba, Samantha Borsellino, Angelo Farruggia e Annalisa Russello) e la sentenza.

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