Droga e abusi sessuali in comunità, due operatori si dimettono e tornano liberi
Il gip, in seguito all'interrogatorio nel quale hanno respinto gli addebiti e alle dimissioni dal lavoro, ha revocato il divieto di dimora sostituendolo col solo obbligo di firma
Le esigenze cautelari si sono attenuate in seguito alle dimissioni dal lavoro: i due operatori della Comunità Oasi di Favara, all'interno della quale sarebbe stato allestito un giro di spaccio e si sarebbero consumati abusi sessuali oltre che maltrattamenti, tornano liberi.
Il gip del tribunale di Agrigento, Stefano Zammuto, che aveva firmato il provvedimento su richiesta del pubblico ministero Paola Vetro, ha sostituito il divieto di dimora in provincia di Agrigento con l'obbligo di firma da adempiere per tre volte alla settimana nei confronti di due operatori della struttura di ricovero per tossicodipendenti e malati psichiatrici.
Si tratta di Paolo Graccione, 45 anni, e Fiorella Bennardo, 43 anni; entrambi di Favara. Graccione, consigliere di amministratore della società, ha negato le accuse che gli vengono mosse ovvero di avere consentito la cessione della droga ad alcuni ospiti della struttura. Accuse analoghe per Bennardo che ha pure respinto in occasione dell'interrogatorio.
Il gip, al quale si sono rivolti i difensori, gli avvocati Daniela Posante e Antonella Arcieri, in seguito all'avvenuta comunicazione delle loro dimissioni volontarie dal lavoro (precedute dalla sospensione cautelativa) ha ritenuto che le esigenze cautelari si fossero affievolite.
Altre cinque, in tutto, le misure cautelari. La custodia cautelare in carcere è stata disposta per Chyarl Bennardo, 40 anni, e Carmelo Cusumano, 52 anni, entrambi di Favara. Obbligo di dimora per Luigi Emanuele Capraro, 24 anni, di Agrigento e Gaetano Lombardo, 47 anni, di Favara. Obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per Giuseppe Papia, 64 anni, pure lui di Favara.