"Mio nonno aveva una pistola e la teneva nel marsupio": il figlio di Lupo accusa il nonno imputato
Il ventenne rivela che l'imprenditore, ucciso in un bar il giorno di Ferragosto dell'anno scorso, aveva fatto a botte col padre per contrasti legati alla separazione
"Mio padre non aveva problemi con nessuno, soltanto con mia madre e mio nonno. Con mio nonno avevano litigato e fatto a botte davanti al bar dove poi è stato ammazzato, c'erano accesi litigi per la separazione dei miei genitori".
Il ventenne Calogero Lupo, figlio di Salvatore, l'imprenditore ed ex presidente del consiglio comunale di Favara freddato a 45 anni il giorno di Ferragosto dell'anno scorso, a colpi di pistola, è l'unico parente della vittima che si è costituito parte civile al processo a carico del nonno Giuseppe Barba, 67 anni.
Il ragazzo, rispondendo al pubblico ministero Paola Vetro e al suo stesso legale Daniela Posante, ha ricostruito il contesto di rapporti, assai tesi fra il padre da una parte e la madre e il nonno dall'altra. "I miei - ha aggiunto - si stavano separando e tutti i beni erano intestati a mia madre. Mio padre voleva che venissero intestati a me e mia sorella. Per questo litigavano. In una circostanza con mio nonno avevano fatto a botte in un bar davanti a tutti".
Il ragazzo, poi, rivela che il nonno possedeva una pistola illegale. "In una circostanza vidi litigare i miei zii per la loro separazione e la tirò fuori, la teneva nel marsupio al collo. In altre circostanze vidi quel marsupio e capii che aveva la pistola al suo interno". Calogero Lupo, invitato dal presidente della Corte Giuseppe Miceli a visionare gli album fotografici degli oggetti sequestrati al nonno imputato, riconosce anche il marsupio.
Barba sarebbe stato tradito dalle immagini di un video, estratto dalle telecamere di un impianto di videosorveglianza, che immortala la sua Fiat Panda mentre effettua un tragitto nella direzione della via IV novembre, dove, in un bar, è stato commesso l’omicidio dell'imprenditore che gestiva una serie di comunità per disabili e operava nel settore dell'edilizia.
Proprio su quell'auto, grazie all'esame dello Stub, sono state trovate - sul volante in particolare - tracce di polvere da sparo che avrebbero confermato i sospetti dei carabinieri tanto da fare scattare, il 9 settembre, il fermo della Procura.
All'origine dell'omicidio ci sarebbero i contrasti economici legati alla separazione di Lupo con la moglie. Il processo riprende il primo dicembre: il figlio della vittima dovrà rispondere alle domande del difensore dell'imputato, l'avvocato Salvatore Pennica.