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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Favara

Omicidio Contrino, il maresciallo: "Testimone disse dov'era la pistola"

È entrato nel vivo, davanti alla Corte di assise presieduta da Alfonso Malato, il processo a carico dell'ottantenne favarese Vincenzo Galiano, reo confesso del delitto a colpi di pistola

“Un testimone assistette alla scena e vide l’omicida sparare e fuggire dopo essere stato a sua volta colpito dalla vittima, indicò il posto dove era stata buttata la pistola e il modello dell’auto ma non riuscì a leggere la targa”. Il maresciallo dei carabinieri Nicola Moretto, all’epoca dei fatti, il 2 luglio dell’anno scorso, in servizio al nucleo Operativo di Agrigento, ricostruisce in aula l’indagine lampo di cui si sono occupati i carabinieri della tenenza di Favara con in testa il tenente Giovanni Casamassima. 

È entrato nel vivo, davanti alla Corte di assise presieduta da Alfonso Malato, il processo a carico dell'ottantenne favarese Vincenzo Galiano, reo confesso del delitto a colpi di pistola di Baldassare Contrino di 73 anni, avvenuto il 2 luglio dell’anno scorso.

L’uomo, che ha sempre sostenuto di essere stato aggredito dalla vittima, sia il giorno dell’omicidio che in passato, avrebbe sparato due colpi di pistola, di cui solo uno andato a segno, per uccidere il conoscente con cui aveva avuto una serie di litigi. Poi avrebbe gettato l’arma nel cassone del trattore e sarebbe andato a casa come se nulla fosse successo attendendo i carabinieri che, dopo pochi minuti, andarono ad arrestarlo.

“I familiari di Contrino - ha aggiunto il sottufficiale rispondendo al pubblico ministero Chiara Bisso - ci dissero che aveva avuto contrasti con Galiano e siamo andati a prelevarlo nella sua abitazione dove c’era pure il suo avvocato Calogero Vetro (l’altro difensore del processo è Antonino Gaziano). Era ferito e lo abbiamo fatto medicare”.

Il maresciallo predispone anche un riconoscimento attraverso a uno specchio visibile solo da un lato e il testimone chiave lo individua con certezza come l’uomo che ha sparato. L’omicidio è avvenuto nei pressi di contrada Caltafaraci per una serie di contrasti mai del tutto messi a fuoco fra i due.

Contrino si trovava su un trattore e stava lavorando in campagna. Galiano, secondo l’accusa, sapendo che avrebbe trovato il suo rivale là, prese la pistola - da lì la premeditazione -, lo raggiunse e gli sparò al torace uccidendolo. Prima, però, sarebbe stato colpito, forse con un’ascia, al volto. 

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