"Non sei ancora morta? Vecchiazza di merda, devi morire, impiccati": condannato per minacce un bidello
Il reato è stato - su richiesta del pubblico ministero - riqualificato: inizialmente il cinquantenne era accusato di maltrattamenti in famiglia
Il reato è stato - su richiesta dello stesso pm - riqualificato: da maltrattamenti in famiglia a minacce. Il bidello favarese cinquantenne è stato però condannato a quattro mesi. A pronunciarsi è stato il giudice del tribunale di Agrigento, Agata Anna Genna.
L'uomo - il reato venne accertato a partire da fine marzo del 2020 - era stato accusato, con condotte reiterate, di aver maltrattato la mamma, "tanto da costringerla a vivere in un clima di terrore e a sopportare penosissime condizioni di vita". "Con cadenza giornaliera, all'interno delle mura domestiche, spesso in preda ai fumi dell'alcol, dava in escandenze anche per banali motivi, colpendo la donna con violenti spintoni fino a farla finire per terra e aggredendola con ingiurie e minacce del seguente tenore: 'Ancora qui sei? Non sei ancora morta? Vecchiazza di merda, devi morire, impiccati". Ed ancora: 'Stai attenta che ti scanno'. In un'occasione, il 31 marzo del 2020, rientrato a casa completamente ubriaco - aveva scritto il pm - dapprima minacciava e insultava la madre, quindi la strattonava e la colpiva con alcuni pugni alla schiena, costringendo la donna a chiudersi in camera da letto e a chiamare i carabinieri". All'indagato era stata contestata anche l'aggravante "di aver approfittato di circostanze di luogo (fatti commessi all'interno delle mura domestiche) e di persona (donna ultrasettantenne) tali da ostacolare la difesa".
Il 50enne di Favara è stato difeso dall'avvocato Daniele Re. Il giudice Genna - per come richiesto dallo stesso pubblico ministero - ha, appunto, riqualificato le accuse: da maltrattamenti in famiglia e minacce e si è arrivati ad una condanna, per l'imputato, di quattro mesi di reclusione.