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Procura / Favara

"Giro di furgoni rubati a Poste Italiane e taroccati": due indagati

Le intercettazioni e i sequestri eseguiti dalla squadra mobile hanno individuato il presunto autore dei furti e del riciclaggio attraverso l'apposizione di targhe

Rubavano i furgoni nel deposito di Poste Italiane e poi li "taroccavano" collocando delle targhe diverse che occultavano la provenienza furtiva: l'indagine della polizia, tuttavia, ha consentito di scoprire il giro di furti e riciclaggio che era stato messo in piedi e individua due dei presunti responsabili.

I pubblici ministeri Gloria Andreoli e Sara Varazi hanno fatto notificare l'avviso di conclusione delle indagini preliminari - atto che prelude alla richiesta di rinvio a giudizio - nei confronti di due indagati. Si tratta di Lorenzo Maria, 33 anni, di Agrigento e Giuseppe Di Giovanni, 26 anni, di Favara. 

A Di Maria viene contestato il furto con l'aggravante della violenza sulle cose (la rottura dei fili elettrici per l'accensione), dell'avere commesso il fatto su beni destinati al pubblico servizio e dell'averlo commesso in tre persone. Di Giovanni, invece, è accusato di riciclaggio. Di Maria, in particolare, secondo quanto è stato ricostruito, si sarebbe introdotto, all'interno del centro di distribuzione di Favara di Poste Italiane, con due complici che non sono stati individuati. 

Insieme avrebbero rubato tre furgoni Fiat Fiorino che vengono utilizzati dai postini e dai fattorini per la consegna della corrispondenza agli utenti e per gli spostamenti da un ufficio all'altro. Il furto sarebbe stato commesso nella notte fra il 27 e il 28 febbraio del 2019. A seguire uno dei tre furgoni sarebbe stato contraffatto al fine di ostacolarne la provenienza furtiva. 

Di Giovanni, in particolare, avrebbe abbinato una targa appartenente a una Fiat Panda rubata qualche giorno prima al Dipartimento regionale della protezione civile. E' stato proprio il sequestro del furgone, eseguito dalla polizia, a mettere in collegamento con il furto. Le indagini ipotizzano il coinvolgimento di un numero superiore di persone e di un vero e proprio giro di furti e riciclaggio.

La procura ha disposto delle intercettazioni che avrebbero consentito di acquisire elementi sufficienti nei confronti dei due indagati. Con l'avviso di conclusione delle indagini preliminari i difensori - gli avvocati Giuseppe Barba e Sergio Baldacchino - avranno venti giorni di tempo per convincere la procura a non chiedere il rinvio a giudizio chiedendo un interrogatorio dei loro assistiti, producendo memorie e scritti difensivi o sollecitando ulteriori atti di indagine. 

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