"Falsi certificati per i benefici della legge 104": si decide sul rinvio a giudizio di 45 imputati
Sotto accusa medici, insegnanti e faccendieri che avrebbero beneficiato in maniera illegale di previdenze e agevolazioni
Falsi certificati medici per ottenere un trasferimento nella propria provincia di residenza e vari benefici di legge e previdenze: l'udienza preliminare scaturita dall’inchiesta bis, ribattezzata “La carica delle 104”, entra nel vivo e si avvia alla conclusione.
Il giudice Giuseppe Miceli, al quale è stato assegnato il procedimento in seguito al trasferimento del magistrato Luisa Turco, dopo un paio di passaggi in aula per le costituzioni di parte civile e le questioni preliminari, ha aggiornato l'udienza al 13 giugno per la decisione sui rinvii a giudizio.
Il pubblico ministero del tribunale di Agrigento, Paola Vetro, in un primo momento ha chiesto 47 rinvii a giudizio nell'ambito del secondo filone di inchiesta sulla cosiddetta "fabbrica dei falsi invalidi" che, nel settembre del 2014, ha fatto scattare una ventina di arresti e, in seguito, decine di condanne e patteggiamenti.
In aula, tuttavia, ha chiesto il non luogo a procedere per alcuni capi di accusa che, nel frattempo, sono caduti in prescrizione. Due imputati, inoltre, sono deceduti.
Sotto accusa quattordici medici, accusati di avere rilasciato false certificazioni per patologie inesistenti o accentuate rispetto alla reale entità, e una trentina pazienti che, grazie a certificati falsi, avrebbero beneficiato di previdenze di vario tipo. Nella lista anche alcuni insegnanti che, con questo stratagemma, avrebbero ottenuto l'assegnazione di una sede vicino casa.
Il “capolista” è ancora il favarese Antonio Alaimo, 58 anni, bidello ed ex consigliere comunale della sua città, ritenuto il personaggio principale delle rete di faccendieri che sarebbe stata messa in piedi. Alcuni imputati sono comuni con la prima inchiesta che è già approdata in aula per il processo.
L’inchiesta, in particolare, avrebbe accertato l'esistenza di due bande parallele che avevano messo in piedi un giro di falsi invalidi.
Ne avrebbero fatto parte medici compiacenti, che accettavano, talvolta, tangenti di modesta entità per attestare patologie inesistenti o di portata superiore a quella reale, pubblici funzionari e semplici faccendieri, ovvero figure che nulla avevano a che fare col mondo sanitario ma che avrebbero procacciato finti malati a cui faceva comodo ottenere previdenze e indennizzi da parte dello Stato.