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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

La maxi inchiesta sui falsi invalidi, dopo due anni arriva il verdetto

Il 2 marzo il giudice Stefano Zammuto emetterà la decisione dei tre tronconi processuali

Venerdì 2 marzo: dopo due anni e due mesi di udienza preliminare, arriveranno i primi verdetti della maxi inchiesta sui falsi invalidi che ha portato, il 22 settembre del 2014, alla maxi operazione della polizia con quattordici arresti, fra carcere e domiciliari, e altre misure cautelari minori.

Ieri mattina il giudice Stefano Zammuto, davanti al quale è in corso, dal gennaio del 2016, l’udienza preliminare a carico di 69 imputati, ha dato la parola al pm Andrea Maggioni e ai difensori che dovevano ancora illustrare le loro arringhe e ha fatto concludere anche le relative repliche dei tre tronconi: in dieci hanno scelto il giudizio abbreviato, altri dodici hanno chiesto di patteggiare, ottenendo il consenso della Procura e per gli altri, che non hanno chiesto alcun giudizio alternativo, sarà il giudice a decidere se disporre il rinvio a giudizio o il non doversi procedere.

Dopo due anni e due mesi di udienza preliminare e stralci per concordare patteggiamenti e discutere le posizioni dell’abbreviato (un vero e proprio processo “allo stato degli atti”, senza nuove prove) ieri è stato chiuso il cerchio. Dopo la conclusione di tutte le repliche, che seguono la requisitoria e le arringhe difensive, il gup Stefano Zammuto ha rinviato all’udienza straordinaria del 2 marzo dove si ritirerà in camera di consiglio ed emetterà le decisioni di tutti i tronconi processuali. Il processo è quello scaturito dall’inchiesta “La carica delle 104” che ipotizza un collaudato sistema che, attraverso due “bande parallele” aveva messo in piedi un giro di certificazioni false che, con la complicità di medici infedeli e faccendieri senza scrupoli, attestava invalidità e patologie finalizzate a truffare lo stato e in particolare - da lì il nome dell’inchiesta - ottenere i benefici previsti dalla legge per disabili e rispettivi familiari che hanno la possibilità, fra le altre cose, di ottenere trasferimenti, se sono dipendenti pubblici, nelle proprie province di residenza.

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