rotate-mobile
Lunedì, 5 Giugno 2023
Cronaca

"Diceva al paziente come soffiare per fare risultare la patologia", poliziotto rivela l'inganno delle finte malattie

Il processo, scaturito dall'operazione "La carica delle 104" che ipotizza l'esistenza di due bande che truffavano lo Stato attestando false invalidità, è entrato nel vivo

"L'indagine è stata avviata dopo che abbiamo ricevuto alcuni esposti da parte di insegnanti che sostenevano di essere danneggiati nell'assegnazione delle sedi da alcuni colleghi che, a loro dire, abusavano dei vantaggi della legge 104 (da lì il nome all'inchiesta "La carica delle 104"). Poi si sono aggiunte delle informazioni di alcuni nostri confidenti e degli esposti anonimi e abbiamo iniziato i pedinamenti".

Il poliziotto della Digos, Maurizio Volpe, ha ricostruito così in aula le indagini che hanno portato al processo sulla cosiddetta "fabbrica" di falsi invalidi. L'inchiesta, che nel settembre del 2014 ha fatto scattare l'operazione e ha già portato a decine di patteggiamenti ma anche di archiviazioni, avrebbe accertato l'esistenza di due bande parallele che avevano messo in piedi un giro di falsi invalidi. 

Volpe ha ricostruito uno degli episodi chiave dell'indagine, che vede protagonista la pneumologa Giuseppa Gallo, che avrebbe indicato a un paziente come soffiare in modo da alterare l'esito dell'esame spirometrico. "La visione delle immagini mostra chiaramente che gli dice cosa fare per falsare l'esito del controllo".

L'operazione della polizia con quattordici arresti, fra carcere e domiciliari, e altre misure cautelari minori, è scattata il 22 settembre del 2014. L'inchiesta ipotizzava un collaudato sistema, un giro di certificazioni false che, con la complicità di medici infedeli e faccendieri senza scrupoli, attestava invalidità e patologie finalizzate a truffare lo Stato e in particolare - da lì il nome dell’inchiesta - ottenere i benefici previsti dalla legge per disabili e rispettivi familiari che hanno la possibilità, fra le altre cose, di ottenere trasferimenti, se sono dipendenti pubblici, nelle proprie province di residenza. 

Ecco l'elenco degli imputati fra medici, falsi invalidi e intermediari: Antonio Alaimo, Giuseppa Gallo, Angelo Gallo, Francesca Giglio, Raimondo Gioia, Francesco Salemi, Concetta Giancani, Antonino Messinese, Giuseppe Quaranta, Alfonso Russo, Ivana Sciortino, Stefano Salemi, Angelo Greco, Francesco Incardona, Vito Rallo, Daniele Rampello, Antonino Scimè, Gerlando Taibi, Paolo Santamaria, Lorenzo Greco, Giuseppe Pecoraro, Gerlanda Russello, Gaetano Capodici, Angelo Alba, Mariella Traversa, Gerlando Di Lucia, Antonino Ragusa, Salvatore Attanasio, Giuseppe Porcello, Luca Gaziano, Carmelo Curaba, Giuseppa Zambito, Nino Vasarella, Gaetana Cacioppo, Antonino Iacono, Giovanni Iacono, Piera Daniela Lo Iacono, Emilio Attenasio, Salvatore Bellomo, Giuseppa Milisenda, Rosaria Morello, Vincenzo Antonio Gallea, Francesco Infurna,  Alfonso Monachino, Carmela Cuffaro, Calogero Stagno, Antonella Nobile e Giuseppe Chianetta. Già negli anni scorsi un'altra ventina di imputati aveva scelto di patteggiare nella fase delle indagini preliminari.

La presunta "fabbrica" di falsi invalidi, in alcuni casi è stata scoperta con le immagini impietose delle telecamere che hanno filmato le sceneggiate degli arrivi per la visita davanti alla commissione in ambulanza e barella, salvo poi scendere a piedi, convinti di non essere visti. 

Volpe ha descritto una di queste tante scene. "Una paziente si presentò in commissione aiutata da un'assistente e con la bombola di ossigeno attaccata, l'abbiamo seguita al rientro in casa ed è uscita al balcone a fare due passi senza alcun sostegno camminando regolarmente e senza l'ossigeno". 

Sullo stesso argomento

In Evidenza

Potrebbe interessarti

"Diceva al paziente come soffiare per fare risultare la patologia", poliziotto rivela l'inganno delle finte malattie

AgrigentoNotizie è in caricamento