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Cronaca

"Evade per comprare il latte alla figlia", assolto ventiquattrenne

Salvatore Camilleri aveva avvisato la polizia di dovere andare in ospedale per un malore e si è giustificato per il ritardo dicendo di essere andato in farmacia. Il giudice: "Fatto di particolare tenuità"

Detenuto agli arresti domiciliari, per una precedente violazione della sorveglianza speciale, chiama la polizia e viene autorizzato ad andare al pronto soccorso per farsi visitare. 

Durante il tragitto, però, fa una sosta in farmacia per comprare il latte e i pannolini per la figlia neonata arrivando in ospedale dopo un'ora e mezzo. Una violazione veniale, secondo il giudice, che lo ha assolto "per particolare tenuirà del fatto".

Protagonista della vicenda è il ventiquattrenne Salvatore Camilleri, denunciato il 20 febbraio del 2018 con l'accusa di evasione. Il giovane, secondo la ricostruzione dei fatti, aveva chiamato il 113 per avvisare che sarebbe andato in ospedale insieme alla madre in seguito ad un malore. 

La polizia, alcune ore dopo, lo rintraccia nel reparto di Utin, dove era ricoverata la stessa bimba, contestandogli l'evasione dagli arresti domiciliari.

L'imputato e il suo difensore, l'avvocato Fabio Inglima Modica, hanno ricostruito che, prima di andare al pronto soccorso, Camilleri era passato dalla farmacia per acquistare il latte e i pannolini, producendo anche lo scontrino dell'acquisto. Dopo essere stato visitato aveva deciso di andare all'Utin, trovandosi già nella stessa struttura. 

Una violazione, secondo il giudice Andrea Terranova e lo stesso pm di udienza Antonella Carrozzieri, da ritenere "di particolare tenuità" e, quindi, non punibile. 

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