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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Ravanusa

"Tentata estorsione a medico con lettera spedita dal carcere", chiesti due rinvii a giudizio

Sul banco degli imputati Giuseppe Gioacchino Mantegna, 37 anni, di Ravanusa, e Leonardo Capizzi, 40 anni, di Canicattì

“Non dare confidenze a nessuno perché la gente è infame e a volte rischia anche di farsi ammazzare. Capiscimi”. La frase finale era piuttosto esplicita e sarebbe servita a rafforzare la richiesta di denaro e altri oggetti. La pretesa estorsiva, indirizzata a un medico di Ravanusa già in passato vittima del racket da parte di uno dei due, sarebbe arrivata direttamente dal carcere di Siracusa dove erano detenuti. Il professionista, però, anziché prestarsi alla minaccia si rivolse ancora ai carabinieri e l’inchiesta della Procura si è conclusa con due richieste di rinvio a giudizio per tentata estorsione.

Sul banco degli imputati – il prossimo 18 settembre davanti al gup Alfonso Malato che dovrà pronunciarsi sulla richiesta del pm Silvia Baldi di mandarli a processo – andranno Giuseppe Gioacchino Mantegna, 37 anni, di Ravanusa, e Leonardo Capizzi, 40 anni, di Canicattì. I due imputati, difesi dagli avvocati Calogero Meli e Rosario Vento, erano detenuti nel carcere di Siracusa e avrebbero chiesto il pizzo al professionista con una lettera scritta a mano. La missiva, secondo quanto avrebbe accertato una perizia grafologica, sarebbe stata materialmente scritta da Capizzi ma la firma era di Mantegna, che in passato aveva preso di mira il medico facendogli un’estorsione di 25 mila euro ma, dopo avere incassato i soldi, era stato arrestato e in seguito condannato a oltre cinque anni di carcere. “

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