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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Canicattì

"Aveva un infarto del miocardio acuto in corso, ma ci fu un'errata diagnosi": chiesti 850 mila euro di risarcimento

La donna, dimessa dopo poche ore, dal medico di turno che refertò una epilgastralgia, ha citato dinanzi al tribunale l'azienda sanitaria provinciale alla quale chiede i danni

Era il 22 luglio del 2014 quando una donna finiva al pronto soccorso dell’ospedale “Barone Lombardo” di Canicattì a causa di forti dolori all’addome, in prossimità dello sterno. Le venne assegnato il codice giallo e venne dimessa dopo poche ore, dal medico di turno, con la diagnosi – “errata”, secondo quanto sostenuto negli atti di citazione – di epilgastralgia. “In realtà era in corso un infarto del miocardio acuto, con severo deficit sistolico, come correttamente diagnosticato dal medico di turno del successivo ingresso al pronto soccorso – viene ricostruito sempre negli atti – e sottoposta ad intervento di angioplastica coronarica percutanea, con conseguente invalidanti”. Nel marzo del 2020 all’Asp di Agrigento è arrivata, per conto dell’ormai ex paziente, una richiesta di risarcimento danni. L’ennesima. La prima udienza si terrà il 9 novembre dinanzi al tribunale di Agrigento. La donna che sarebbe stata, suo malgrado, protagonista di “errata diagnosi”, chiede di accertare e dichiarare la responsabilità solidale dell’Asp, con condanna al risarcimento danni di 850 mila euro, la maggiore o minore somma da quantificarsi nel corso del giudizio. L’Asp di Agrigento ha già deciso di costituirsi in giudizio per sostenere la correttezza dell’operato e ottenere il rigetto della domanda risarcitoria. L’azienda sanitaria provinciale, con a capo il commissario straordinario Mario Zappia, ha infatti già deciso di nominare un avvocato esterno all’ente per essere rappresentata e difesa in giudizio.

Quest’ultima citazione, dinanzi ad un tribunale, non è che, appunto, l’ennesima che riceve l’azienda sanitaria provinciale di Agrigento da parte di ex pazienti che, per un motivo o per un altro, chiedono dei risarcimenti danni, talvolta anche decisamente elevati. In questo caso, infatti, la pretesa è di ben 850 mila euro. 

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