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Giovedì, 25 Aprile 2024
La denuncia

Cimitero di Piano Gatta, lo sfogo di una figlia: "Dopo due anni non ho ancora una lapide su cui piangere"

Si rischia una "guerra tra poveri", tra chi aspetta di poter seppellire il proprio caro e chi invece lo ha già sepolto, ma attende una destinazione definitiva e consona. 

"Tra poche settimane saranno due anni dalla morte di mio padre, e ancora oggi non ho una lapide, una foto, su cui piangerlo".

Nei giorni scorsi il Comune ha annunciato l'avvio delle sepolture utilizzando i 96 loculi prefabbricati completati dopo mesi di attesa che consentiranno di seppellire almeno parte delle 160 bare ammassate in deposito, dando appunto priorità a queste ultime perché era accertato già a giugno scorso un pericolo di tipo sanitario

Ma risolto questo aspetto, nessuno ha idea di cosa sarà fatto per cercare di trovare una sepoltura ai corpi restanti e, soprattutto, alle decine di salme che al momento si trovano ospitate in cappelle private che sono state requisite negli anni dal Comune per tamponare l'emergenza.

Corpi che sono sì sepolti, ma che sono stati interrati senza che all'esterno vi sia la benché minima traccia di chi lì riposa. Una soluzione temporanea, appunto, diventata sostanzialmente definitiva, e che potrebbe scontrarsi presto anche con le decisioni della giustizia amministrativa, dato che alcune famiglie avrebbero presentato ricorso al Tar contestando l'ordinanza comunale che requisisce gli spazi di sepoltura, che è stata tra l'altro più volte prorogata.

Un vero e proprio "limbo" in cui sono finiti defunti e le loro famiglie, e soprattutto una "guerra tra poveri", tra chi aspetta di poter seppellire il proprio caro e chi invece lo ha già sepolto, ma attende una destinazione definitiva e consona. 

"Mi preparo a questo nuovo anniversario - ci racconta una donna agrigentina - con la consapevolezza che mio padre rimarrà sepolto in quel loculo senza nome ancora per lungo tempo. Mi sento sconfitta, addolorata e impotente. Mi sento di aver fallito, ne non poter garantire a mio padre almeno una tomba degna di questo nome. La cosa peggiore - conclude - è che attualmente nessuno ci sa dare risposte né indicarci se e quando questa situazione di emergenza rientrerà".

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