"Non diagnosticarono insufficienza renale", chiesto processo per tre medici
La vittima si chiamava Rosa Castiglione e aveva 53 anni, i sanitari sono accusati di ritardi e negligenze
Avrebbero omesso una terapia idratante e non avrebbero predisposto una tac che avrebbe potuto rimediare allo scompenso metabolico che stava portando la paziente alla morte a causa di una grave insufficienza renale. Tre medici dell’ospedale San Giovanni di Dio rischiano il processo.
La richiesta di rinvio a giudizio è stata firmata dal pubblico ministero Alessandra Russo. Gli imputati sono Marcella Indelicato, 49 anni, medico del pronto soccorso; Antonio Granata, 53 anni, primario del reparto di Nefrologia e Pasquale Zicari, 65 anni, medico chirurgo; tutti in servizio all’epoca all’ospedale San Giovanni di Dio. I tre sanitari, sostiene l’accusa, avrebbero provocato, a causa di negligenze nel loro operato, la morte di una donna di 53 anni, Rosa Castiglione, avvenuta il 2 luglio del 2013. L’udienza preliminare doveva iniziare ieri davanti al giudice Stefano Zammuto ma è stata rinviata per un difetto nelle notifiche. Si torna in aula il 9 ottobre. Il gup dovrà decidere se disporre il rinvio a giudizio, sempre se i difensori (gli avvocati Giuseppe Scozzari, Giusy Katiuscia Amato e Ignazio Valenza) non chiederanno giudizi alternativi.
La vicenda scaturisce da un esposto dei familiari della donna che si presentò in ospedale dopo cinque giorni di malessere. La cinquantenne riferì di accusare dolore addominale e vomito. I sanitari prescrissero una serie di accertamenti. Gli esami ematochimici, in particolare, evidenziarono una insufficienza renale acuta. La consulenza in nefrologia, invece, mostrò “le condizioni generali scadenti della paziente e un problema metabolico”.