Carmina contro Firetto: "Il dissesto fu una scelta obbligata, lo dicono le carte"

“La dichiarazione di dissesto è, ed è stata a Porto Empedocle, un atto dovuto in seguito ad atti trasmessi dagli uffici finanziari”.
Il sindaco di Porto Empedocle Ida Carmina risponde piccata alle accuse di Lillo Firetto, che, nei giorni scorsi, aveva criticato la scelta della dichiarazione di dissesto, sostenendo, appunto, che nella città marinara si sarebbe dovuto agire con maggior responsabilità ed evitare il ricorso al dissesto. 

“Sarebbe stato bello se avessimo avuto margini di scelta – spiega Carmina -. A noi risultavano un buco di bilancio oscillante tra i 16 e i 21 milioni di euro, un milione per abitante. Basti questo a far capire il contesto in cui ci muovevamo. E non era possibile agire con misure diverse, come un piano di riequilibrio finanziario, come accertato dallo stesso dirigente del settore finanziario. Un minimo di serietà e di pudore,soprattutto quando si parla di situazioni di disastro lasciate in eredità ad altri bisognerebbe adottarla”.
A sostegno della sua tesi Carmina fornisce anche un preciso riferimento: un atto, firmato proprio da Alesci, nel quale si legge che a suo parere “i presupposti per ricorrere alla procedura di cui all’articolo 243 bis (ovvero il riequilibrio pluriennale ndr) per risolvere la situazione di squilibrio strutturale complessivo del bilancio, nonché l’ormai conclamata situazione di crisi di cassa, sembrano non emergere nell’attuale contesto”.

Alesci, quindi, prendendo atto della situazione, riteneva come necessaria la “tempestiva attivazione della procedura prevista dall’articolo 244 del Tuel (dissesto ndr) per ristabilire le condizioni di tutela per i creditori e di par condicio tra gli stessi e per ristabilire la piena funzionalità dell’amministrazione a beneficio della collettività amministrata”.