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Cronaca

"L'Arena" sul "caso Commissioni", per Di Rosa: "Nulla da nascondere"

Ma, ha anche detto il consigliere rivolto al conduttore che gli faceva notare la discrepanza tra le 23 sedute di Biella, città demograficamente affine ad Agrigento, e le 1133 tenute nella Città dei templi, è chiaro che bisogna normare come si deve la situazione, e tagliare dove si può, fermo restando che per Di Rosa l'attacco a questo Consesso è stato posto in essere perché "siamo in campagna elettorale"

Avrà toccato punte altissime di share la puntata di oggi di "L’arena" condotta da Massimo Giletti su Raiuno. Almeno nell’Agrigentino siamo certi abbia registrato un picco di  audience quando intorno alle 15 si è iniziato a trattare il "caso Commissioni consiliari" che sta tenendo banco anche sulle cronache nazionali.

A spiegare la propria posizione (non "a difendere chi ha certamente esagerato", ha sottolineato) c’era Peppe Di Rosa, vice presidente del Consiglio e candidato sindaco per le prossime amministrative del capoluogo.

Di Rosa, carte alla mano, tra cui un articolo pubblicato su Agrigentonotizie.it recante il dettaglio delle somme impiegate mese per mese e anno per anno dal Comune per i gettoni di presenza dal 2009 a settembre 2014, ha ribattuto punto per punto anche alle provocazioni del pubblico in studio.

"Ci sto mettendo la faccia, non ho nulla da nascondere e ho dato mandato ai miei legali perché si faccia luce su una questione: quanto mandato in onda dal giornalista di "Ballarò", Alessio Lasta, non è frutto di fuorionda ‘rubati’. Nella mia intervista ho dichiarato esattamente le stesse cose.

E cioè che c’è di certo chi ha esagerato, che c’è gente che assente in Consiglio partecipava a delle Commissioni e che di certo bisogna operare dei tagli ai costi della politica: io e questo Consiglio siamo tra i sostenitori dell'abbattimento delle spese della politica. Quindi ho chiesto mi venga fornita la registrazione integrale del girato che mi riguarda", ha detto.

Poi, incalzato da un intervento di Marcello La Scala, attivista pentastellato che in diretta da Palermo contestava come fossero ‘a ribasso’ le stime, circa i costi del Consiglio, perché vanno aggiunte le somme dovute agli enti quale rimborso per le assenze dei consiglieri loro dipendenti, Di Rosa ha controbattuto: "Siamo qui per parlare delle sedute delle Commissioni, non di quanto costa il Consiglio altrimenti dobbiamo parlare di qualcosa di più ampio che riguarda, come da me ribadito in più occasioni, i costi della politica. Un argomento che mi trova d’accordo contro gli eccessi: vogliamo regolamentare? Regolamentiamo.

Vogliamo togliere i gettoni di presenza? Facciamolo, ma rivediamo la questione anche su scala nazionale e regionale perché se si parla di costi della politica quelli vanno ridimensionati, com’è giusto che sia, in ogni ambito. Nel caso della mia città posso dire che, come si può vedere dai dati riportati da Agrigentonotizie, e riferiti proprio dal M5s, questo Consiglio ha tagliato del 50per cento la spesa rispetto ai Consigli comunali degli altri anni, e che comunque non è stato fatto nulla che non fosse consentito dai regolamenti".

Ma, ha anche detto il consigliere rivolto a Giletti che gli faceva notare la discrepanza tra le 23 sedute di Biella, città demograficamente affine ad Agrigento, e le 1133 tenute nella Città dei templi, è chiaro che bisogna normare come si deve la situazione, e tagliare dove si può, fermo restando che per Di Rosa l’attacco a questo Consesso è stato posto in essere perché "siamo in campagna elettorale".

Insomma, sia durante la trasmissione, sia dopo la messa in onda dei servizi di Lasta e, non ultimo, quello di Roberto Campagna in cui a "Porta di Po'" e in via Atenea si è potuto cogliere l’umore dell’agrigentino medio nei confronti di questa situazione, Di Rosa, secondo il quale le cose sono state anche in parte travisate, si è ben difeso, Giletti ha dato il via a una serie di puntate sul "caso" ("seguiremo certamente la vicenda e i suoi risvolti", ha praticamente annunciato ricordando la manifestazione di piazza prevista per il 3 febbraio prossimo), con evidenti "benefici" per l’emittente, La Scala ha potuto manifestare con forza le proprie idee. Hanno "vinto" un po’ tutti…chi "perde", in questa situazione, è sempre e solo la città.

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