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Venerdì, 19 Aprile 2024
L'inchiesta

Detenuto per estorsione da "Petrusa" gestiva lo spaccio di droga alla Kalsa

Emerge dall'inchiesta dei carabinieri che ha portato a 8 arresti. L'uomo usava schede telefoniche intestate a cittadini del Bangladesh

Ottavio Abbate, detenuto per estorsione, anche dal carcere di Agrigento controllava lo spaccio di droga nel quartiere Kalsa di Palermo. Emerge dall'inchiesta dei carabinieri che ha portato a 8 arresti. L'uomo usava schede telefoniche intestate a cittadini del Bangladesh. Quando si diffuse la notizia del pentimento del boss Francesco Colletti, Abbate, parlando con il figlio e la moglie,  spiegò come fare arrivare  nuove sim "pulite". 

Al telefono dava poi disposizioni sulle questioni legate al mandamento mafioso, disponeva dei soldi. "Mi deve dare 7.000 euro a me… ancora non me li ha dati", gli diceva il figlio Salvatore, riferendosi a un uomo soprannominato"U pompa di benzina", come si legge nell'ordinanza firmata dal gip Walter Turturici. Dalla cella attraverso il telefonino passava i suoi ordini a "Nicola dello Sperone", "stuppaglia", "Daniele u funcia", tutti soprannomini di persone che dovevano soldi alla famiglia Abbate. Le richieste di saldo erano perentorie e dovevano essere soddisfatte.

(fonte: ANSA)

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