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Cronaca

Demolizioni nella Valle, ruspe pronte per la cucina di un ristorante e una villetta

Parlano «gli abusivi»: "Non ci opporremo. Le sentenze si rispettano". Dopo oltre quindici anni dalle sentenze definitive, i mezzi pronti ad abbattere la cucina del ristorante "Kokalos" e la villetta di una famiglia in contrada Maddalusa. Il sociologo Gucciardo: "La gente ha capito che la Valle va tutelata perché unica risorsa di questa città"

Dopo la demolizione "in autonomia" del fabbricato in via degli Imperatori, il calendario degli interventi per gli abbattimenti delle opere abusive nell’area del Parco archeologico subisce qualche modifica. Le ruspe stamani hanno completato la demolizione dell’ovile del signor Salvatore Navarra (video) in contrada Poggio Muscello: l’intervento era iniziato ieri, con la bonifica dall’amianto. 

Il 31 agosto, invece, è prevista la demolizione dell'immobile che ospita la cucina del ristorante "Kokalos", mentre il 3 settembre toccherà ad un magazzino in contrada Cugno Vela. E poi, ancora, il 7 settembre le ruspe saranno in contrada Maddalusa per abbattere la villetta della famiglia Piraneo (video), attualmente abitata da cinque persone, e il 10 settembre inizieranno i lavori via Afrodite, una traversa del viale Emporium di San Leone, dove è prevista l'eliminazione di un vecchio teatro all'interno di un ristorante attualmente chiuso.

E se da una parte la Procura della Repubblica continua a vigilare sulle demolizioni "dimenticate" ed in via di esecuzione dopo oltre quindici anni dalle sentenze definitive, dall'altra si iniziano a registrare le reazioni delle persone a cui le ruspe potrebbero portar via nei prossimi giorni una casa, una parte della propria attività commerciale o un "semplice" magazzino. 

«Non ci opporremo. C’è una sentenza e va rispettata» dice Antonio Piraneo, proprietario della villetta in contrada Maddalusa dove l’uomo vive con la sua famiglia. «Proveremo a bloccare le ruspe per le vie legali. Abbiamo presentato un ricorso urgente – dice ancora Piraneo - ed aspettiamo l’esito. Dopodiché chiederemo a chi ha deciso di abbattere le nostre case di riflettere sull'opportunità di demolire la mia villetta, che è soltanto uno delle centinaia di immobili abusivi in questa zona».

Anche il figlio del titolare del ristorante "Kokalos" sembra rassegnato. «Vogliono abbattere? Facciano pure - dice Gaspare Carapezza - . Sarà l’occasione buona per cambiare vita e trasferirsi all'estero».

Reazioni che, rispetto a quanto successo nel corso delle demolizioni del 2000, quando si registrarono anche scontri tra abitanti e forze dell'ordine, potrebbero definirsi frutto di un "risveglio culturale" e una "mutazione dell'idea di legalità", come sostenuto dal sociologo Gaetano Gucciardo. «La città e i cittadini – spiega il docente universitario - hanno maturato qualcosa che fino a quindici anni fa non era il pensiero prevalente. E cioè che la Valle dei Templi è la risorsa strategica sulla quale puntare per lo sviluppo di questo territorio e che, soprattutto, non esiste più alcun tipo di sanatoria».

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