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Giovedì, 25 Aprile 2024
Ambiente / Realmonte

Ecomostro della Scala dei Turchi, dopo 9 anni si pronuncia il Tar: "Legittima la demolizione"

La struttura fu abbattuta dopo una lunga battaglia legale, oggi il giudice amministrativo riconosce la correttezza di quell'azione condotta da Comune e Legambiente

A distanza di 9 anni dalla clamorosa demolizione dell'ecomostro della Scala dei Turchi, frutto di un decennio di battaglie legali e sociali, adesso arriva una prima sentenza della Giustizia amministrativa che conferma la correttezza delle procedure eseguite e soprattutto la legittimità ad abbattere quel gigantesco scheletro in calcestruzzo che svettava nei pressi della scogliera di marna bianca diventata oggi un patrimonio collettivo.

Il Tribunale amministrativo regionale, infatti, ha respinto il ricorso presentato nel 2013 dai privati proprietari dell'area su cui il complesso residenziale sarebbe dovuto sorgere. 

Questi, sostenevano l’illegittimità dell’ordinanza di demolizione adottata dal Comune, "in pendenza per opere realizzate in forza di una concessione edilizia" regolarmente rilasciata dallo stesso ente che su questa vicenda, va evidenziato, ha più volte cambiato "parere".

Il Municipio, difeso dall'avvocato Margherita Bruccoleri, dal canto suo ha rilevato "come le opere edilizie di cui è stata ingiunta la demolizione fossero state realizzate in pendenza dell’ordinanza di sospensione dei lavori adottata dal sindaco il 19 maggio 1993" e che l’ordinanza di demolizione impugnata "è stata adottata rispetto ad opere abusive realizzate in violazione di specifici provvedimenti di sospensione dell’efficacia della concessione edilizia e dei lavori supra indicati, mai annullati e per le quali il chiesto condono edilizio è stato rigettato".

Il Tar, inoltre, ha ribadito che il permesso di costruzione "decade con l'entrata in vigore di contrastanti previsioni urbanistiche, salvo che i lavori siano già iniziati e vengano completati entro il termine di tre anni dalla data di inizio", facendo riferimento al successivo vincolo paesaggistico dell'area (l'ultimo decreto in tal senso è del 2015).

L'ordinanza di demolizione, e la sua successiva realizzazione, sono quindi ritenute legittime dal Tar, che ha condannato al pagamento delle spese legali i privati in favore del Comune di Realmonte e di Legambiente Sicilia, pure costituita in giudizio.

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