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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Lampedusa e Linosa

Lampedusa, il Tar dice no allo sfruttamento commerciale incontrollato di spiagge e coste

Al centro della vicenda, il provvedimento del Comune che aveva ridimensionato dimensioni e tipologia della struttura "Moka" posta sulla spaggia della Guitgia

Il Tribunale amministrativo regionale per la Sicilia si è espresso giovedì sul ricorso presentato da Salvatore Di Malta, titolare della struttura balneare Moka sita nella spiaggia Guitgia di Lampedusa, avverso il provvedimento del Comune che aveva ridimensionato dimensioni e tipologia della struttura. Di Malta, rappresentato e difeso dall’avvocato Girolamo Rubino, aveva in un primo momento ottenuto una sospensiva con provvedimento monocratico urgente e senza la partecipazione del Comune, della nota del Comune di Lampedusa nella parte in cui si era ridotta drasticamente la superficie utilizzabile dal punto di ristoro Moka.

Il Comune si era quindi costituito in giudizio, rappresentato e difeso dall’avvocato Daniela Ciancimino, del foro di Agrigento.

Con l’ordinanza emessa giovedì 5 settembre, il Tar ha ritenuto che "alla luce delle deduzioni prodotte dal Comune, il ricorso non presenta sufficienti profili di fumus boni iuris" con riguardo alla realtà dei fatti e "tenuto conto, altresì, che le opere - da ricondurre, in base alle disposte prescrizioni, alla tipologia punto di ristoro - insistono nei 150 metri dalla battigia”, fascia particolarmente protetta dalle vigenti norme a tutela delle coste".

Con questa motivazione, il Tar ha quindi respinto l’istanza di sospensiva del provvedimento del Comune, che ritorna ad essere pienamente efficace.

"Una decisione importante, – dichiara il sindaco delle Pelagie, Giusi Nicolini – non solo perché afferma che il Comune di Lampedusa ha agito nel pieno rispetto delle leggi vigenti, ma soprattutto perché afferma la prevalenza dell’interesse pubblico della tutela delle coste e delle spiagge  sugli interessi privatistici di chi le sfrutta a fini commerciali. L’uso della fascia dei 150 metri dal mare – continua Nicolini – così come il tema dei servizi alla balneazione è un tema delicato, per Lampedusa e l’intera Sicilia, perché impatta fortemente con la salvaguardia di risorse preziose e scarse come le spiagge e le coste e con il diritto dei bagnanti ala libera fruizione del mare".

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