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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

All'oltraggio della memoria di Livatino, Agrigento compatta risponde: "A Gasena illuminazione pubblica e videosorveglianza"

Prefetto, magistrati, polizia, carabinieri, don Giuseppe Livatino ed i componenti delle associazioni nate in memoria del giudice "ragazzino" platealmente stanno cercando di "ricucire" la ferita inferta al monumento simbolo

 "Perché è un posto dove tutti noi dovremmo riconoscerci" - ha dichiarato il sostituto procuratore Salvatore Vella - . "E' il luogo della nostra coscienza. Se qualcuno si occuperà della stele - aveva già annunciato in mattinata il prefetto di Agrigento Nicola Diomede - ho chiesto alla Cmc di dotare di illuminazione il luogo". 

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 Lo sdegno pervade tutti. E' stato il giorno del disprezzo nei confronti di un gesto che ha ferito il monumento simbolo dei valori di legalità e giustizia. Ma è anche il giorno - quello odierno - in cui Agrigento e le sue istituzioni, oltre a condannare platealmente il vile attacco, hanno alzato la testa e si sono rimboccati le maniche per riaffermare, altrettanto platealmente, che quella - la statale 640, altezza di contrada Gasena, - è la strada della legalità.

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Il prefetto di Agrigento Nicola Diomede, il questore Maurizio Auriemma, il colonnello dei carabinieri Mario Mettifogo, i componenti della sottosezione di Agrigento dell'associazione nazionale magistrati, con in testa Salvatore Vella, don Giuseppe Livatino e dell'associazioni "Amici del Giudice Rosario Livatino" e "Tecnopolis" di Canicattì, in mattinata, sono stati alla stele ferita, oltraggiata. "Volete uccidere anche la nostra memoria" - hanno scritto i componenti dell'Anm di Agrigento - . "E' insopportabile la violenza che ha colpito Rosario Livatino a 27 anni dalla sua uccisione. Chi, ieri, ha fatto a pezzi la stele ha offeso la coscienza civile di questo territorio, delle donne e degli uomini che hanno deciso di stare dalla parte della giustizia".

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