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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Cupa, zero somme previste per il 2015 da parte del Libero consorzio

Il rischio, che forse non è mai rientrato, di una imminente chiusura torna a farsi sempre più presente. La Regione poco ha fatto, l'ex Provincia nulla può. Il 10 aprile un'assemblea generale al Polo universitario per discuterne

Il rischio, che forse non è mai rientrato, di una imminente chiusura del Cupa torna a farsi sempre più presente. La Regione poco ha fatto, l'ex Provincia nulla può. Il 10 aprile un'assemblea generale al Polo universitario per "discutere di una soluzione che possa scongiurare definitivamente la chiusura del Consorzio universitario agrigentino".

Ad annunciarlo una nota in cui si legge che "a seguito dell’impegno assunto dalla Regione Sicilia concernente lo stanziamento dei fondi necessari al sostentamento del Polo Universitario di Agrigento e considerata la situazione di straordinaria necessità ed urgenza in cui versa quello che da anni è certamente un punto di riferimento formativo e culturale nel territorio agrigentino" si rende necessario discutere del futuro dell'Ente.

L'assemblea, indetta già da qualche giorno, si rende ancora più necessaria alla luce di quanto confermano gli atti con cui la ex Provincia, di fatto, conferma che il ritorno sui propri passi rispetto alla precedente fuoriuscita dal Cupa era non solo un fatto "transitorio" (che non sarebbe perdurato con il perdurare della situazione finanziaria in atto) ma addirittura privo di basi perchè la Regione non ha ancora posto in essere le procedure per assicurare al socio fondatore del Cupa i fondi necessari per rimanere al suo interno.

Nel piano operativo di razionalizzazione delle società partecipate, relativo all'anno 2015, infatti, alla voce che riguarda il Polo è espressamente indicata una previsione di zero euro "fermo il recesso", che si tradurrebbero in somme pari a 1milione 265mila euro "in caso di revoca dello stesso recesso" che però è condizionato dall'apporto economico della Regione.

Come dire, o meglio ribadire, ciò che da più parti si evidenziava: il "salvataggio" era ed è un'azione tampone e temporanea, se tutto va bene.

Quindi, come riportano gli atti visionabili sul sito istituzionale dell'ex Provincia e anche La Sicilia di oggi, il Consorzio è inserito solo con riserva tra le partecipate.

L'intera vicenda è nelle mani del Governo regionale che, seppure abbia proclamato il "fine pericolo", in realtà poco di concreto starebbe facendo. Tutto è nelle mani della Regione, conferma anche il quotidiano, "non solo, come si era detto in un primo momento, per garantire la copertura delle somme dovute per l'anno in corso, ma anche per poter coprire i debiti per il 2014: complessivamente, infatti, il Libero Consorzio chiede oltre 1 milione e 200mila euro, dei quai 775mila per la quota per l'anno in corso e 490mila euro per il restante debito per il 2014", e se Crocetta non porrà rimedio, il recesso tornerà in vigore non potendo l'ente garantire la quota asociativa.

"Quell'atto di recesso, si giustificano però dall'ex Provincia - come riportato ancora dal giornale - è stato operato esclusivamente per I'impossibilità oggettiva di far fronte al pagamento alla quota sociale per il corrente anno, fermo restando l'indispensabilità della partecipazione dell'Ente per il perseguimento delle proprie finalità istituzionali".

E la Regione sarà rappresentata all'assemblea? Vedremo se fornirà, e in quale modo, le dovute rassicurazioni a lungo termine che tutti aspettano.

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