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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

L'appello di Cuffaro: "Lo Stato sia padre e non patrigno, Dell'Utri si curi a casa"

L'ex governatore della Sicilia ha commentato la decisione del tribunale di sorveglianza di Roma che ha respinto la richiesta di sospensione della pena presentata dai legali dell’ex senatore

"Lo Stato per i suoi figli, tutti, è padre e come tale deve comportarsi. Non come un patrigno, privo di umanità e sensibilità". Lo ha dichiarato l'ex governatore della Sicilia, Salvatore Cuffaro, commentando la decisione del tribunale di sorveglianza di Roma che ha respinto la richiesta di sospensione della pena presentata dai legali dell’ex senatore Marcello Dell’Utri che sta scontando una condanna a 7 anni per concorso in associazione mafiosa. I legali avevano motivato la richiesta sulla base delle cattive condizioni di salute del detenuto.

"Il carcere, secondo la nostra Costituzione, - ha aggiunto Cuffaro - deve avere un valore rieducativo e mirare al reinserimento del reo nella società e non rappresentare una punizione fine a se stessa. Lo Stato e, in questo caso, la magistratura di sorveglianza, credo debbano restituire il cittadino Marcello Dell’Utri alla sua casa perché possa curarsi e continuare, accompagnato dall’amore della sua famiglia, il suo processo di rieducazione e risocializzazione".

"Solo in questo modo - conclude l'ex governatore - la giustizia darà valore al significato che la nostra Costituzione assegna alla pena. So cos’è la sofferenza del carcere e per questo prego perché la nostra giustizia, nella quale ostinatamente continuo a credere ed a affidarmi, possa rivedere la sua decisione e consentire a Dell’Utri di scontare la sua pena in detenzione a casa".

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