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Cronaca

Il Cua ha oltre un milione e ottocentomila euro di crediti: ecco tutti i debitori

Il cda ha disposto il ricorso anche alla formula del decreto ingiuntivo in caso di mancato versamento delle somme

Il Consorzio universitario ha oltre un milione e ottocentomila euro di crediti e ha deciso di ricorrere alle "maniere forti" per andarli a recuperare. Il cda del Cua nelle scorse settimane ha infatti stilato una lista di coloro che tra enti e ordini professionali che magari non sono più soci ma hanno lasciato alle loro spalle somme rilevanti.

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Prima, ma già oggetto di apposito decreto ingiuntivo, è la ex Provincia regionale con 774.600 euro. Seguono poi il Comune di Agrigento (524.301 euro) e la Camera di Commercio (206.584 euro) ma entrambi hanno già firmato un piano di rientro, con il Municipio che potrà in parte ridurre l’importo dovuto grazie alla compensazione ad esempio delle tasse dovute dal Consorzio (Tari ecc). Una strada già imboccata a suo tempo dall'Ordine degli Architetti, anche lui impegnato a ripianare il debito con un piano di rientro concordato con il Cua e che risulta dovere 25.825 euro, anche se la somma reale sarebbe quasi la metà, dato appunto i pagamenti delle precedenti "rate".

Tra i morosi risultano poi: Comune di Bivona (46.649 euro); Comune di Santo Stefano di Quisquina (15.495 euro); Comune di Licata (5.165 euro); Comune di Raffadali (20.660 euro); Comune di Sciacca (30mila euro); Comune di Ribera (10.330 euro); Comune di Favara (61.980 euro); Comune di Naro (5.165 euro); Comune di Porto Empedocle (25.575 euro); Comune di Racalmuto (61.980 euro); Comune di Aragona e Comune di Casteltermini (15.495 euro ciascuno), Ordine degli Ingegneri (5.165 euro); Ordine degli Avvocati (5.165 euro); Iacp (15.495 euro).

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La replica dell'Ordine degli Architetti.

In riferimento a quanto pubblicato dagli organi di stampa, si precisa che l’Ordine degli architetti ha firmato, il 2 maggio 2017, un piano di rientro per le somme dovute, relativo agli anni 2013 – 2014 – 2015 – 2016 per un totale di 20mila660 euro.  Il suddetto piano, prevede il pagamento del debito in tre distinte rate.

La prima rata, pari a 7mila euro, con scadenza 30 settembre 2018 e regolarmente saldata;  la seconda rata, per un importo di 7mila euro, è in scadenza entro il mese di settembre 2019; la terza rata, che ammonta a 6mila660 euro, a saldo, sarà versata entro settembre del 2020. Alla luce del già firmato piano di rientro pienamente rispettato, dunque, l’Ordine degli architetti non può essere annoverato tra i morosi.

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