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Mercoledì, 24 Aprile 2024
L'udienza / Centro città

La frana del Viale della Vittoria, responsabile Protezione civile: "La colata di fango sul costone era stata segnalata"

L'ingegnere Maurizio Costa rivela che "ci fu un intervento del dipartimento che lo inserì nel piano dei rischi". Spunta una nuova relazione

"Nel 2011 ci occupammo di verificare la segnalazione di alcune colate di fango dal costone che sovrastava il locale Le Dinamique. In seguito a questo episodio la zona fu inserita nel piano dei rischi". Il responsabile provinciale della Protezione civile Maurizio Cosa conferma così, in aula, che le autorità erano state allertate in un periodo ampiamente precedente al crollo.

Il processo, in corso davanti al giudice Manfredi Coffari, è quello per il crollo del costone, avvenuto il 5 marzo del 2014, che provocò l'evacuazione dell'intero palazzo poco distante. Una settantina di famiglie e svariate attività, per anni, furono sgomberate.

Sotto accusa, per l'ipotesi di reato di disastro colposo, l’ex sindaco e attuale assessore regionale Marco Zambuto, il dirigente dell’ufficio tecnico comunale, Giuseppe Principato, e i tre presunti proprietari dei terreni prospicienti il costone dei cosiddetti Palazzi Crea le cui condizioni fatiscenti avrebbero provocato la frana. Si tratta di Maria Isabella Sollano, 80 anni, e dei figli Valentina e Oreste Carmina, 54 e 50 anni.

In precedenza un altro tecnico della Protezione civile - Epifanio Accurso Tagano - aveva spiegato di essersi attivato nel 2011, in seguito alle segnalazioni dell'amministratore di condominio, per eseguire alcuni sopralluoghi dai quali non sarebbero emersi particolari segnali di allarme. 

Zambuto e Principato, secondo quanto ipotizza l'accusa, "sapevano già due anni prima del crollo della grave situazione di pericolo”, tanto che avevano messo per iscritto anche un’ordinanza di messa in sicurezza ma senza preoccuparsi che venisse rispettata come, invece, impone la legge.

Ai proprietari dei terreni prospicienti il costone del viale della Vittoria viene contestato, invece, di non avere adempiuto ad un’ordinanza, emessa il 5 aprile del 2011 dallo stesso Zambuto. 

Costa, rispondendo agli avvocati del collegio difensivo Rosa Salvago e Antonino Manto, ha spiegato che "un collega della Protezione civile, poi deceduto, si è occupato di esaminare il caso". La relazione, come proposto fra gli altri dall'avvocato di parte civile Salvatore Pennica, sarà acquisita agli atti. 

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