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Cronaca Centro città / Viale della Vittoria

Il crollo del costone sul palazzo Crea, Antonica attacca: "Crollo previsto in un documento, c'è la firma di Zambuto"

L'ex comandante della polizia municipale ha continuato la sua deposizione al processo per la frana al viale Della Vittoria

“Insieme ai tecnici del Comune e della Protezione civile abbiamo elaborato un documento sui rischi idrogeologici di quel costone e, fra gli scenari possibili, c’era quello del crollo”.

L’ex comandante della polizia municipale di Agrigento, Cosimo Antonica, attuale dirigente di un altro settore di Palazzo dei Giganti, ribadisce le accuse agli imputati. Il processo è quello per il crollo del costone del viale della Vittoria che provocò l’evacuazione, per tre anni, di una settantina di famiglie, negozi e attività commerciali. Una ferita al cuore della città che, secondo Antonica, che durante le indagini fu incaricato dal pubblico ministero Andrea Maggioni di compiere alcuni accertamenti, era ampiamente evitabile. Ma non solo. Nel documento elaborato dai tecnici che, nell’esaminare le “leggere colate” dal costone, individuavano i possibili scenari, fra cui quello del crollo, avrebbe messo la firma - come detto oggi da Antonica - anche il sindaco Marco Zambuto.

Insieme a Zambuto sono sotto processo il dirigente dell’ufficio tecnico comunale, Giuseppe Principato, e i tre proprietari dei terreni prospicienti al costone accanto i cosiddetti Palazzi Crea le cui condizioni fatiscenti avrebbero provocato la frana il 5 marzo del 2014. Si tratta di Maria Isabella Sollano, 76 anni, e dei figli Valentina e Oreste Carmina, 50 e 47 anni. Zambuto e Principato, tanto che avevano messo per iscritto anche un’ordinanza di messa in sicurezza ma senza preoccuparsi che venisse rispettata. Ai proprietari dei terreni prospicienti il costone del viale della Vittoria viene contestato, invece, di non avere adempiuto ad un’ordinanza, emessa il 5 aprile del 2011 dallo stesso Zambuto, che imponeva loro di eseguire delle opere di manutenzione consistenti nella “regimazione delle acque” che dovevano servire a eliminare il pericolo.

 

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