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Venerdì, 29 Marzo 2024
Avvertimenti / Naro

Una croce con 6 cartucce e una carcassa di uccello con in bocca un bossolo: misteriosa intimidazione

L'avvertimento è stato lasciato appeso, con del nastro adesivo, al cancello d’ingresso dell’area adibita alla diga “San Giovanni” che è gestita dal Libero consorzio comunale. Indagano i carabinieri

Una croce di polistirolo su cui erano posizionate 6 cartucce da caccia calibro 12 e una carcassa di uccello con in bocca un bossolo calibro 357 magnum. Era così composto il messaggio intimidatorio ritrovato, martedì mattina, al cancello d’ingresso dell’area adibita alla diga “San Giovanni” che è gestita dal Libero consorzio comunale di Agrigento. A fare la scoperta, durante un ordinario controllo mattutino, è stato proprio un dipendente dell’ex Provincia regionale.

L’uomo, già avvicinandosi al cancello d’ingresso di contrada Falsina, ha notato qualcosa di strano. Qualcosa che è appunto diventato più nitido avvicinandosi sempre di più: ed è stata scoperta la croce di polistirolo “accessoriata” che era stata incollata, con del nastro adesivo, al cancello.

E’ scattato, inevitabilmente, l’allarme e sono stati subito avvisati i carabinieri di Naro che, coordinati dal comando compagnia di Licata, hanno sequestrato tutto quello che componeva il messaggio intimidatorio e hanno avviato le indagini.

L’area non è risultata essere, purtroppo, sottoposta a videosorveglianza.

E’ stata, naturalmente, avvisata la Procura della Repubblica di Agrigento che, con il suo sostituto di turno, ha aperto un fascicolo d’inchiesta. Fitto è il riserbo dei militari dell’Arma che, né martedì, né tantomeno ieri, hanno lasciato trapelare nessuna informazione.

Non è ben chiaro – né sembrava esserlo almeno fino ad ieri – a chi l’intimidazione fosse effettivamente rivolta. Certo è che, appunto, l’area della diga “San Giovanni” è gestita dal Libero consorzio comunale di Agrigento.

Servirà, verosimilmente, del tempo per provare a fare chiarezza. Per stabilire quale sia la giusta strada investigativa da seguire e per arrivare, se mai possibile, all’identificazione dell’autore dell’anomalo – quanto pesantissimo – messaggio intimidatorio. I militari dell’Arma di Naro e quelli di Naro, con il coordinamento della Procura di Agrigento, sono però appunto già al lavoro. Nessuno, a quanto pare, avrebbe visto nulla, né avrebbe notato movimenti o passaggi sospetti. Né comunque potrebbe essere altrimenti visto che la diga “San Giovanni” e contrada Falsina sono nell’aperta campagna di Naro.

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