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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

"Criminal drink", gli indagati: "Estranei ai fatti"

Davanti al gip Stefano Zammuto si è tenuta l'udienza per la convalida dell'arresto. Giovanni Crapanzano e Thomas Magrì hanno respinto le accuse

Respingono ogni accusa i due agrigentini coinvolti  nell’operazione “Criminal Drink”, condotta dalla procura di Agrigento, che ha portato all’emissione di 18 ordini di fermo, 16 dei quali notificati a persone, anche stranieri, residenti in ogni parte d’Italia. I magistrati ritengono di avere sgominato un’organizzazione che, con il commercio di fittizio di alcolici, avrebbe evaso accise ed iva per oltre 70 milioni di euro.

Gli agrigentini, posti entrambi ai domiciliari, sono l’architetto di Favara Antonio Crapanzano di 54 anni e l’operatore informatico Thomas Magrì di Campobello di Licata, di 43 anni. Crapanzano è accusato di avere affittato ad un cittadino belga il magazzino di Favara nel quale risultava che fossero depositati gli alcolici. Al gip, nel corso dell’interrogatorio, Crapanzano avrebbe detto di essersi limitato ad affittare il magazzino, ma di essere all’oscuro di quanto vi succedesse dentro. Si è dichiarato estraneo ai fatti anche il campobellese. Il gip Stefano Zammuto si è riservato di decidere circa la convalida dei fermi. L’inchiesta è coordinata dal procuratore capo di Agrigento, Renato Di Natale, dall’aggiunto Ignazio Fonzo e dal sostituto Andrea Maggioni. 

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