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Cronaca

"Cresta sui biglietti e deviazioni arbitrarie dei tragitti", chiesto rinvio a giudizio di 10 autisti di bus

A denunciare i propri dipendenti è stata la stessa ditta del trasporto pubblico locale che ha ingaggiato un investigatore privato per verificare presunti abusi e ruberie

La "cresta" sui biglietti del bus e le arbitrarie deviazioni dei tragitti dei mezzi di linea: il pubblico ministero Paola Vetro ha chiesto 10 rinvii a giudizio per le accuse di truffa aggravata e interruzione di pubblico servizio, nei confronti di altrettanti autisti della società Trasporti urbani Agrigento accusati di avere fatto la cresta sulla vendita dei biglietti e di avere deviato il percorso dei bus per proprie esigenze personali.

Il provvedimento è stato fatto notificare a Maurizio Buttigè, 52 anni; Maurizio Camilleri, 52 anni; Giuseppe Danile, 60 anni; Giuseppe Donisi, 52 anni; Vincenzo Falzone, 53 anni; Giuseppe Lattuca, 59 anni; Michelangelo Nasser, 57 anni; Andrea De Carmelo Russo, 59 anni; Giuseppe Trupia, 54 anni e Angelo Vaccarello, 53 anni, quest'ultimo consigliere comunale da molti anni. 

A denunciare i propri autisti è stata la stessa ditta del trasporto pubblico locale che ha ingaggiato un investigatore privato per verificare presunti abusi e ruberie che sarebbero stati commessi nella vendita dei biglietti e che, secondo quanto ipotizza il pm, si sarebbero protratti per sette mesi. La vicenda è sfociata in numerose contestazioni aziendali prima e nei licenziamenti poi. Il percorso processuale, però, ha portato finora all’accoglimento delle tesi dei dipendenti.

La Procura, adesso, ha chiesto i rinvii a giudizio ed è stata fissata l'udienza preliminare che si celebrerà il 17 febbraio davanti al gup Alessandra Vella.

A Buttigè, Camilleri, Danile, Falzone, Lattuca, Russo e Vaccarello si contesta di avere venduto a bordo dei mezzi dei titoli di viaggio a un prezzo maggiore e non vendibili, di avere omesso la stessa registrazione della vendita e, soprattutto, di avere riciclato i biglietti vendendoli più volte senza obliterarli al fine di incassare la differenza oppure incassando i soldi senza neppure consegnarli.

Donisi, Nasser e Trupia sono accusati di interruzione di pubblico servizio perché, in tre circostanze, nell'estate del 2017, anno al quale si riferiscono tutte le contestazioni, avrebbero deviato il tragitto previsto, anche omettendo alcune fermate e lasciando gli utenti a piedi, per proprie esigenze personali.  

I difensori (gli avvocati Daniela Posante, Tanja Castronovo, Leonardo Marino, Teresa Chiara, Gianluca Urso e Alessandro Rampello) potranno scegliere riti alternativi. In caso contrario sarà il gup a decidere se disporre i rinvii a giudizio. 

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