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Cronaca

“Cresta sui biglietti degli autobus”, tutti licenziati gli autisti della Tua accusati per truffa

La Corte d’appello di Palermo ha ribaltato la sentenza del Tribunale di Agrigento che riguardava l’ultimo degli impiegati della ditta di trasporti urbani accusati di avere venduto ticket a prezzi maggiorati: in primo grado era stato reintegrato ma ora ha perso il lavoro

“Venne ripreso mentre vendeva ad un prezzo maggiorato un biglietto non vendibile a bordo, di cui non avrebbe mai dovuto avere disponibilità, estraendolo dal taschino della camicia“. Anche per questa ragione è stato dichiarato legittimo il licenziamento di un altro autista, Maurizio Camilleri, indagato per truffa continuata in concorso, impiegato presso la ditta TUA (Trasporti Urbani Agrigento). Lo ha stabilito la Corte d’Appello di Palermo, sezione lavoro, ribaltando la sentenza del Tribunale di Agrigento che precedentemente aveva reintegrato l’autista al lavoro. La decisione della Corte presieduta da Maria Di Marco è l’ultima di una serie di decisioni che riformano altre sentenze del Tribunale di Agrigento e dichiarano la legittimità dei licenziamenti da parte della TUA. Alla luce di quest’ultimo verdetto la Corte d’appello di Palermo ha confermato il licenziamento di tutti gli autisti accusati di truffa.

La vicenda risale al 2017 quando la TUA, dopo avere incaricato degli investigatori privati, aveva denunciato una serie di condotte illecite da parte di alcuni autisti. In particolare la vendita a bordo di biglietti di tariffa A (titoli di viaggio che non possono essere venduti sopra i mezzi) invece di quelli in loro dotazione di tariffa B. Atto che avrebbe quindi configurato l’appropriazione indebita di somme di denaro.

La TUA, assistita dall’avvocato Luca Andolina, ha quindi licenziato gli autisti denunciandoli anche alla Procura della Repubblica di Agrigento.

Nel luglio 2021 i lavoratori licenziati, indagati per i reati di truffa continuata in concorso, sono stati rinviati a giudizio dal gup Micaela Raimondo. La vertenza di diritto del lavoro, davanti al Tribunale del lavoro di Agrigento si era conclusa con dei provvedimenti di reintegrazione. Ma la Corte d’appello di Palermo ha ritenuto fondati i motivi di reclamo proposti dai difensori della TUA, gli avvocati Carlo Boursier Niutta e Roberto Scelfo, e, dopo avere acquisito le testimonianze dell’investigatore privato, ha ritenuto gravi gli addebiti contestati a Camilleri e assolutamente legittimi i controlli effettuati dall'azienda tramite l’agenzia investigativa.

“La sentenza - si legge in una nota diramata dalla TUA - “evidenzia un complessivo disegno delinquenziale sistematicamente perfezionatosi ad opera di alcuni conducenti di autobus che, secondo la Corte, trova conforto dalla lettura dei dati relativi agli incassi delle vendite a bordo. I giudici di appello, inoltre, hanno sottolineato la estrema gravità della condotta di Camilleri connotata nel suo nucleo essenziale da implicazioni di natura fraudolenta. La Corte, infine, ha analizzato attentamente il video dell’investigatore privato mentre Camilleri vendeva - così come gli altri autisti licenziati – ad un prezzo maggiorato un biglietto di tariffa A (non vendibile a bordo), del quale non avrebbe mai dovuto avere la disponibilità, estraendolo dal taschino della camicia”.

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