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Cronaca

Coronavirus, cosa succederà a Natale con le zone a colori e il green pass

Nuove restrizioni in arrivo? Speranza assicura: "L'impianto non cambia, se il quadro dovesse peggiorare abbiamo già delle norme". Il coordinatore del Cts Locatelli: "Nessun vaccinato sotto i 59 anni è finito in terapia intensiva". E l'Aifa 'prenota' la pillola anti-Covid

Con il prevedibile aumento dei contagi arriveranno nuove restrizioni anche in Italia? Roberto Speranza per ora non si sbilancia. "Le regole di cui disponiamo funzionano" ha spiegato il ministro della Salute nel corso di una conferenza stampa organizzata per fare il punto sulla prosecuzione della campagna vaccinale. "L'Italia è tutta bianca e il cambio di colore avviene sulla base dell'occupazione dei posti in terapia intensiva e in area medica. In questo preciso momento nessuna Regione ha le condizioni per uscire dall'area bianca".Se poi "il quadro dovesse complicarsi ulteriormente", ha aggiunto Speranza, "noi abbiamo già delle norme che dovrebbero soltanto essere applicate".

Il ministro non nasconde che l'obiettivo è quello di aumentare ancora la percentuale dei vaccinati.  "Credo che se continuiamo a investire sulla campagna di vaccinazione - ha detto ancora - potremo avere uno scudo che ci metterà nelle condizioni di gestire al meglio la stagione autunnale e invernale che è tradizionalmente quella più difficile per i virus". 

Restano in vigore le zone a colori

È possibile per gli italiani organizzare già le feste di Natale? La risposta di Speranza è pressoché identica. "Penso che se noi continuiamo ad insistere sul terreno in cui siamo sapremo gestire al meglio le prossime settimane. Se insistiamo sulla campagna di vaccinazione, se facciamo crescere le prime e seconde dosi e se acceleriamo sui richiami la mia convinzione è che sapremo affrontare anche i mesi che verranno".

In ogni caso c'è sempre il 'paracadute' delle zone a colori. Secondo le attuali regole si passa in zona gialla quando l'incidenza è superiore a 50 casi ogni 100mila abitanti, l'occupazione delle terapie intensive supera il 10% e quella delle aree mediche il 15%. La zona arancione scatta con un'incidenza di oltre i 150 casi ogni 100mila abitanti e se al contempo la soglia delle terapia intensive oltrepassa il 20% con i reparti ordinari al 30%. Per entrare in zona rossa invece all'incidenza pari o superiore a 150 casi per 100.000 abitanti devono abbinarsi un tasso di occupazione dei posti letto superiore al 40% in area medica e al 30% in terapia intensiva. Un impianto che a sentire Speranza viene dunque confermato. 

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Il green pass non cambia

Così come viene confermato il certificato verde, su cui - il ministro lo ha ribadito più volte - non sono in programma ripensamenti. "Credo che il green pass - ha spiegato Speranza - sia uno strumento decisivo della strategia del governo di contrasto al Covid, se oggi noi abbiamo risultati migliori degli altri Paesi è anche merito del green pass che rende più sicuri tutti i luoghi in cui viene utilizzato. Questo è un punto decisivo della nostra strategia. In questo momento - ha chiosato il ministro - noi confermiamo l’impianto che abbiamo costruito". Laconico il commento di Speranza sullo stato di emergenza su cui, ha spiegato, "il governo deciderà al ridosso della scadenza, ora è troppo presto per parlarne".

"Obbligo di mascherina anche all'aperto se ci sono assembramenti"

Tornando alle misure anti-Covid il ministro ha anche ricordato che "in Italia in questo momento sull'utilizzo delle mascherine vige una disposizione che prevede l'obbligo al chiuso, ma anche all'aperto qualora ci siano rischi di assembramenti. È del tutto evidente", ha puntualizzato, "che una manifestazione, una piazza, un corteo dove ci sono moltissime persone è naturalmente un luogo dove la mascherina diventa obbligatoria, in quanto luogo a rischio assembramento. Quindi bisogna far rispettare le regole che ci sono e dare anche all'opinione pubblica il messaggio che siamo ancora dentro una fase epidemica. Basta alzare lo sguardo per vedere cosa accade in altri Paesi europei e nel mondo".

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La terza dose per le altre fasce di età

Quanto alla terza dose, "oggi è fortemente raccomandata agli over 60 che hanno completato da 6 mesi il ciclo vaccinale e poi ai fragili, indipendentemente dall'età e a tutti coloro che hanno avuto una dose unica di J&J. Queste sono le indicazioni al momento", ha aggiunto Speranza, ma "dalla prossima settimana lavoreremo per allargare ad ulteriori fasce generazionali". La durata del green pass non sarà modificata. Il ministro della Salute ha invece confermato che "la terza dose produce un prolungamento del green pass" di ulteriori 12 mesi.

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(Grafico dal profilo twitter di Vittorio Nicoletta)

Locatelli: nessun under 60 vaccinato è finito in terapia intensiva

Nel corso della conferenza stampa è intervenuto anche  il coordinatore del Cts, Franco Locatelli, che si è detto d’accordo sulla definizione di "pandemia dei non vaccinati" (coniata dal ministro della Sanità tedesco Jens Spahn) anche per l’Italia. "È evidente - ha spiegato - che ci troviamo ad uno scenario epidemiologico composito dove il rischio di essere infettati è diverso fra i vaccinati e i non vaccinati: secondo l'analisi dell'Iss nessuno dei vaccinati colpiti dal virus, fino a 59 anni, è stato ricoverato in terapia intensiva". Locatelli ha aggiunto che "bisogna incrementare la vaccinazione in chi non l'ha fatta ed è importante sottoporsi alla terza dose come protezione" per fragili, anziani e personale medico. 

Il vaccino ai bambini e la pillola anti-Covid anche in Italia

L’esperto ha rimarcato che "la Fda" americana "ha approvato il vaccino" anti-Covid di Pfizer per i bambini dai 5 agli 11 anni, "in una dose di un terzo"e ci sarà dunque "un'opportunità di protezione offerta anche a questa fascia di età, sia per proteggere i bambini da forme assai rare, sia proteggerli da forme di 'long Covid', sia per ridurre ulteriormente la circolazione virale". Quanti ai tempi Locatelli ha affermato che in base a quanto ipotizzato dall'Ema, il via libera arriverà "più o meno attorno alla prima quindicina del mese di dicembre. Poi, tra l'approvazione di Ema e quella Aifa il tempo è straordinariamente breve". 

Il coordinatore del Cts ha parlato anche della pillola anti-Covid che stando agli studi dimezzerebbe il rischio di decesso. "L'Aifa si è già attivata per acquisire una quantità adeguata del farmaco antivirale orale per il Covid-19 molnupiravir, autorizzato in Gran Bretagna. Ciò al fine che anche l'Italia possa avere a disposizione anche questa arma".

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