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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Covid: tutto quello che c'è da sapere sul Green pass per le vacanze a luglio e agosto

Sono 14,8 milioni gli italiani che hanno deciso di andare in vacanza a luglio, con un aumento del 9% rispetto allo scorso anno. Ecco tutte le cose da sapere sulla certificazione: quando serve, a chi viene rilasciata, le regole per i bambini e tutte le altre info

Il Green pass è realtà, ma quando serve in Italia e all'estero? Si può viaggiare anche senza? Chi può viaggiare dall'estero in Italia? E ancora: con quante dosi è considerata 'valida' la certificazione digitale verde europea, senza restrizioni nei viaggi? Ed è necessaria anche per i bambini? Ecco tutte le risposte dalle FAQ di governo e Commissione Ue nei siti dedicati.

Sono 14,8 milioni gli italiani che hanno deciso di andare in vacanza a luglio, con un aumento del 9% rispetto allo scorso anno, anche se sono comunque il 2,8 milioni in meno rispetto al 2019 prima della pandemia

Quando e a chi serve il Green pass

La Certificazione verde COVID-19 può essere utilizzata nel nostro Paese per partecipare a eventi pubblici e feste conseguenti alle cerimonie civili o religiose, per accedere a residenze sanitarie assistenziali o altre strutture, spostarsi in entrata e in uscita da territori classificati in "zona rossa" o "zona arancione". Regioni e Province autonome possono prevedere altri utilizzi della Certificazione verde COVID-19. Dal 1° luglio la Certificazione verde COVID-19 è valida come EU digital COVID certificate e rende più semplice viaggiare da e per tutti i Paesi dell'Unione Europea.

Fino al 12 Agosto è possibile viaggiare in Europa anche senza Certificazione verde Covid-19 esibendo le certificazioni di completamento del ciclo vaccinale, di guarigione o di avvenuto test rilasciate dalle strutture sanitarie, dai medici e dalle farmacie autorizzate. Per tali certificazioni valgono gli stessi criteri di validità e durata della Certificazione verde.

I bambini sotto i 6 anni devono avere la certificazione per viaggiare in Italia? No. Ai fini dell'ingresso nel territorio nazionale, i bambini di età inferiore ai sei anni sono esentati dall'effettuazione del test molecolare o antigenico. E quindi dalla relativa Certificazione.

Green pass e dosi di vaccino: le regole

Domanda: è sufficiente la prima dose perché il certificato verde digitale sia davvero utile fuori dal Paese di provenienza o senza la seconda si andrà incontro a restrizioni per l'ingresso negli altri Paesi membri? A rispondere, almeno in parte, è la Commissione Europea nelle Faq pubblicate nella versione inglese del sito. La premessa fondamentale è che al momento sono gli Stati membri a decidere se accettare un certificato di vaccinazione dopo una dose o dopo il completamento dell'intero ciclo di vaccinazione. In Italia ad esempio, dove il Pass viene rilasciato dopo 14 giorni dalla prima somministrazione, si discute ora dell'ipotesi di una rimodulazione della certificazione a causa della variante delta e non è escluso che le modalità di rilascio possano cambiare in breve tempo.

A questo proposito, la Commissione Ue sottolinea come "i certificati saranno rilasciati a qualsiasi persona che abbia ricevuto una vaccinazione COVID-19 in uno Stato membro dell'UE, indipendentemente dal numero di dosi. Il numero di dosi sarà chiaramente indicato nel certificato digitale COVID UE per indicare se il corso di vaccinazione è stato completato. Inoltre - si legge ancora -, il regolamento impone agli Stati membri di accettare i certificati di vaccinazione alle stesse condizioni", e cioè che "ad esempio, quando uno Stato membro decide di revocare le restrizioni di viaggio per i propri cittadini che hanno un certificato per la prima dose di un vaccino che ha ricevuto l'autorizzazione all'immissione in commercio in tutta l'UE e che ne prevede due, deve estendere lo stesso trattamento ad altri cittadini dell'UE".

Notizie più certe, invece, sulla doppia dose: il 31 maggio scorso, si legge ancora, la Commissione ha infatti "proposto agli Stati membri di revocare le restrizioni ai viaggi per le persone che sono completamente vaccinate (al più tardi 14 giorni dopo l'ultima dose) o guarite dal COVID-19 e che sono titolari del certificato digitale dell'UE per la COVID-19". Una proposta alla quale gli Stati Ue sono stati per altro invitati ad uniformarsi.

Spetta sempre agli Stati membri, inoltre, "decidere se somministrare solo una dose di un vaccino che preveda due dosi alle persone guarite" dal virus. In tal caso, si spiega "il certificato di vaccinazione deve indicare che il ciclo di vaccinazione è stato completato a seguito della somministrazione di una dose. La Commissione ha proposto che le persone che hanno ricevuto una singola dose di un vaccino a due dosi, dopo essere state precedentemente infettate da COVID-19, dovrebbero essere considerate completamente vaccinate ai fini del viaggio".

In sostanza, quindi, la Commissione Ue non impone che le vaccinazioni siano necessariamente due per consentire l'ingresso nei Paesi membri, ma di fatto lascia che siano gli stessi Paesi membri a decidere se sia necessaria una doppia somministrazione per entrarvi.

In Italia il certificato verde resta valido anche con solo la prima dose

Intanto in Italia il certificato verde resta valido anche con solo la prima dose di vaccino anti-Covid. "Per ora rimane così" ha detto il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, ai microfoni di 'Timeline' su Sky Tg24 solo qualche giorno fa. "Come ho detto già la scorsa settimana: controlliamo i dati, vediamo la prevalenza di queste varianti in Italia, ma la mia opinione è che dobbiamo valutare attentamente, perché dovrà essere fatto, il cambiamento del Green pass con le due dosi". "Se sappiamo che con una dose sei abbastanza coperto, ma non sufficientemente coperto - ha spiegato - allora è chiaro che se il virus si è in qualche maniera adattato e modificato al punto da ingannarci noi dobbiamo difenderci: se lui cambia strategia, noi dobbiamo cambiare strategia".

Quanto alle differenze tra i Paesi Ue sul Green Pass, Sileri chiede all'Europa di alzare "un po' più la voce" per tentare di "uniformare un po' tutto". "L'Europa - afferma - dovrebbe in qualche maniera avere un unico filo conduttore, perché altrimenti rischiamo di avere troppe diversità. E di diversità ne abbiamo già avute parecchie in questi mesi. a partire dai vaccini e quant'altro. Il Green certificate è un modo per unire definitivamente l'Europa, ma soprattutto all'inizio problemi ci stanno anche perché - conclude il sottosegretario - ci sono Paesi che stanno ancora indietro su questa certificazione".

Chi può entrare in Italia dall'estero

La Certificazione verde COVID-19 semplifica l'ingresso in Italia dai Paesi dell'Unione europea e altri Paesi dell'area Schengen. Per entrare in Italia, la Certificazione verde COVID-19 del viaggiatore deve attestare una delle seguenti condizioni:

  • - aver completato il ciclo vaccinale prescritto anti-SARS-CoV-2 da almeno 14 giorni
  • - oppure esser guariti da COVID-19 (la validità del certificato di guarigione è pari a 180 giorni dalla data del primo tampone positivo)
  • - oppure aver fatto un tampone molecolare o antigenico effettuato nelle 48 ore prima dell’ingresso in Italia con esito negativo. I minori al di sotto dei 6 anni sono esentati dall’effettuare il tampone pre-partenza.

E’ ammesso l’ingresso in Italia con le Certificazioni emesse dai rispettivi Paesi anche da Israele, Stati Uniti, Giappone e Canada. La certificazione relativamente al completamento del ciclo vaccinale deve riferirsi ad uno dei quattro vaccini approvati dall’Agenzia europea per i medicinali (EMA): Comirnaty di Pfizer-BioNtech, Moderna, Vaxzevria (AstraZeneca), Janssen (Johnson & Johnson).

I Paesi possono imporre restrizioni più rigorose? 

Il certificato potrà essere rilasciato gratuitamente a tutti i cittadini e i residenti dell'Ue e permetterà ai viaggiatori, in principio, di recarsi in altri Stati membri senza essere sottoposti a quarantena al loro arrivo. Il regolamento prevede infatti che gli Stati membri si astengano dall'imporre ulteriori restrizioni di viaggio ai titolari di un certificato Covid, a meno che non siano necessarie e proporzionate per tutelare la salute pubblica. In particolare, la quarantena potrà essere imposta da uno Stato membro, attivando un "freno d'emergenza" previsto dal regolamento, solo nel caso in cui vi sia un deterioramento della situazione epidemiologica (ad esempio a causa della diffusione di varianti del virus) nel paese di provenienza del viaggiatore.
Comunque, prima di procedere all'introduzione di nuove restrizioni, il freno d'emergenza prevede che siano motivate, informandone la Commissione e gli altri Stati membri.

In ogni caso non sarà possibile per i paesi Ue adottare misure più rigorose della quarantena, come vietare l'ingresso sul loro territorio ai viaggiatori provenienti da un altro Stato membro. Ma la Germania ha imposto qualche giorno fa proprio un divieto di viaggio per chiunque (salvo i propri residenti) provenga dal Portogallo, che è considerato area a rischio per la nuova variante Delta del virus.

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