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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Vaccini in ritardo e ospedali ancora pieni: i buchi neri che fermano le riaperture

Il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe mostra come un "liberi tutti" possa portare ad una nuova impennata dei contagi rischiando di compromettere la stagione estiva

Si è detto molto sul fatto che il Decreto Riaperture approvato ieri dal Consiglio dei Ministri sia basato su un "rischio ragionato", ma a ben vedere si è trattato di una decisione politica presa sul filo del rasoio se guardiamo ai dati della pandemia e alle coperture vaccinali. Per rilanciare le attività produttive e placare le tensioni sociali si affida ai cittadini una grande responsabilità perché i dati dell'Italia sono tutt'altro che buoni. 

Un monito è arrivato dalle restrizioni di viaggio che gli Stati Uniti hanno posto per il nostro Paese finito sulla lista nera delle autorità sanitarie. E a ben vedere i dati che la Fondazione Gimbe mette in luce nel suo monitoraggio settimanale, ben si comprende il motivo che ha spinto il governo a non allentare la stretta del coprifuco, così contrastata ma che permette maggiori controlli del rispetto delle regole almeno per qualche altra settimana (il decreto lo prevede fino al 1 giugno ma è prevista una revisione a metà maggio, ndr) 

Veniamo dunque ai dati che mostrano come un "liberi tutti" possa portare ad una nuova impennata dei contagi rischiando di compromettere la stagione estiva.

Inanzitutto una premessa: 

  • gli effetti delle chiusure degli ultimi mesi influenzeranno l'incidenza dei nuovi casi sino a metà maggio ed è probabile che nelle prossime settimane i nuovi casi scenderanno ancora e si ridurrà la pressione sugli ospedali.
  • Tuttavia il progressivo ritorno al giallo e la riapertura delle scuole determineranno inevitabilmente una risalita dei contagi. L'auspicio è che il maggior tempo passato all'aperto possa mitigare l'effetto delle riaperture.
  • Siamo lontanissimi dal riportare l’incidenza settimanale dei nuovi casi al di sotto di 50 casi per 100.000 abitanti, soglia massima per riprendere un tracciamento efficace (e magari riprendere ad utilizzare l'app immuni, ndr).
  • La vaccinazione di over 70 e fragili avrà un impatto rilevante nei prossimi mesi su ospedalizzazioni e decessi, ma non sulla circolazione del virus perché la copertura vaccinale della popolazione è ancora esigua.

Se queste sono le premesse è bene guardare allo stato dell'epidemia di coronavirus in Italia che non permette le riaperture. Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 14-20 aprile 2021 sono sì diminuiti i nuovi casi (90.030 contro i 106.326 della settimana precendente) e i decessi (2.545 contro 3.083), ma restano sempre oltre 3mila pazienti covid nelle terapie intensive.

  • Decessi: 2.545 (-17,5%)
  • Terapia intensiva: -375 (-10,6%)
  • Ricoverati con sintomi: -3.697 (-13,7%)
  • Isolamento domiciliare: -32.433 (-6,6%)
  • Nuovi casi: 98.030 (-7,8%)
  • Casi attualmente positivi: -36.505 (-7%)

"La circolazione del virus nel nostro Paese – spiega Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – rimane ancora sostenuta. Il 5 aprile è stato raggiunto il picco della terza ondata, ma ancora in tre regioni il dato è in aumento.

Inoltre, come spiega Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE, il numero di posti letto occupati, sia in area medica che in terapia intensiva è ancora elevato in numerose Regioni.

  • Area medica: la curva ha raggiunto il picco il 6 aprile (n. 29.337) ed iniziato la discesa con una riduzione del 20,7% in 14 giorni; tuttavia i numeri assoluti rimangono elevati (n. 23.255) e l’occupazione da parte dei pazienti COVID supera il 40% in 4 Regioni.
  • Terapia intensiva: la curva ha raggiunto il picco il 6 aprile (n. 3.743), ma la discesa è più lenta, con una riduzione del 15,8% in 14 giorni; restano occupati 3.151 posti letto e in 12 Regioni la soglia di saturazione supera il 30%  

 Come va la pandemia di Covid in Italia (dati GIMBE del 21 aprile)

covid italia nuovi casi
le regioni a rischio covid

le regioni a rischio covid-2

Il vero problema resta l'incapacità del nostro paese di portare avanti la campagna vaccinale. Con i dati aggiornati a ieri mercoledì 21 aprile risultano consegnate 17.752.110 dosi, poco più di un quarto di quelle previste per il 1° semestre 2021. Numeri in crescita, ma ancora lontani dal garantire le 3,5 milioni di somministrazioni settimanali previste dal piano del commissario all'emergenza coronavirus Figliuolo.

Nonostante l’incremento visto nelle ultime tre settimane, al 21 aprile appena il 18,8% della popolazione ha ricevuto una dose di vaccino e il 7,8% ha completato il ciclo vaccinale con la seconda dose con notevoli differenze regionali.  La media mobile a 7 giorni delle somministrazioni rimane a quota 315.506 al giorno: oltre 180 mila in meno delle 500 mila previste dal Piano per metà aprile.

 Vaccini, l'Italia resta ancora indietro

vaccini sessantenni
vaccini settantenni

Rispetto alla copertura delle categorie prioritarie definite nell’ordinanza del 9 aprile del Commissario Straordinario, a fronte di notevoli differenze regionali, l’analisi del dato nazionale rileva:

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  • Over 80: degli oltre 4,4 milioni, 2.282.611 (51,6%) hanno completato il ciclo vaccinale e 1.336.007 (30,2%) hanno ricevuto solo la prima dose.
  • Soggetti fragili e loro caregiver: dal 20 aprile nel database ufficiale è stata aggiunta una specifica categoria di rendicontazione che riporta 1.847.928 dosi somministrate.
  • Fascia 70-79 anni: degli oltre 5,9 milioni, 284.113 (4,8%) hanno completato il ciclo vaccinale e 2.133.528 (35,7%) hanno ricevuto solo la prima dose.
  • Fascia 60-69 anni: degli oltre 7,3 milioni, 438.890 (6%) hanno completato il ciclo vaccinale e 965.448 (13,1%) hanno ricevuto solo la prima dose.

Ecco perché allo stato attuale l'azzardo del decreto riaperture deve contenere ancora dei paracadute di sicurezza. 

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