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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

La ricerca: "Chi ha questo gruppo sanguigno è più protetto dal Covid"

Il "tipo" di sangue conta? Giorgio La Nasa, direttore del dipartimento Scienze mediche e Sanità pubblica dell'università di Cagliari e della struttura complessa di Ematologia dell'Azienda Brotzu, racconta alcuni nuovi sviluppi

Che il gruppo sanguigno di ciascuno di noi possa influire sul decorso del Covid è un tema al centro dell'attenzione degli esperti e dei ricercatori del settore da mesi e mesi. Oggi se ne riparla. Giorgio La Nasa, direttore del dipartimento Scienze mediche e Sanità pubblica dell'Università di Cagliari e della struttura complessa di Ematologia dell'azienda Brotzu del capoluogo isolano, racconta alcuni nuovi sviluppi oltremodo interessanti.

Quale gruppo sanguigno "protegge" dal Covid-19?

Ci sono già molti studi "che indicano chiaramente un'influenza del gruppo sanguigno sulla risposta all'infezione da Covid-19" dice La Nasa al quotidiano l'Unione Sarda. "Ci dicono che il gruppo zero sembra essere associato a un decorso migliore dell'infezione da coronavirus. Come se il gruppo zero fosse protettivo nei confronti dell'infezione".

Come si spiega tale protezione? La scienza che risposta ci può dare? Il gruppo sanguigno in questione "non garantisce una immunità completa verso il Covid. È verosimile che con questo gruppo sanguigno si sviluppi un'infezione meno aggressiva". Discorso opposto per il gruppo sanguigno A: "È un gruppo che invece sembra conferire una maggiore suscettibilità, ma abbiamo dati contrastanti. Alcuni studi ci dicono che è associato a un maggior rischio di mortalità. In altri viene sottolineato che questo rischio non è così alto".

"Il gruppo zero è sicuramente più protettivo».

Coronavirus e gruppo sanguigno: che cosa sappiamo finora

"C'è una spiegazione biologica - continua il direttore del dipartimento Scienze mediche e Sanità pubblica dell'Università di Cagliari -  Chi ha il gruppo zero produce naturalmente anticorpi, le agglutinine, verso gli altri gruppi sanguigni, A e B. Le agglutinine anti A sembrano avere la capacità di legarsi al recettore del Covid e ne impedisce in parte la penetrazione all'interno della cellula".

Non si tratta di una novità assoluta. Alcuni ricercatori cinesi, nel corso di un'indagine condotta in due ospedali di Wuhan, il luogo di origine dell'epidemia, e in un ospedale a Shenzhen, avevano infatti già notato come le persone con sangue di tipo '0' erano risultate più resistenti alla SARS-CoV-2, mentre quelli con sangue di tipo 'A' erano più a rischio.

Discorso simile anche per il gruppo sanguigno AB, secondo un altro studio. Anche questi pazienti infatti sembrano sviluppare una forma più grave della malattia rispetto a quelli con gruppo 0. Le persone del gruppo sanguigno A quindi sarebbero più a rischio di contagio coronavirus, seguite da quelle del gruppo AB, che sembrerebbero ammalarsi più gravemente. Meno vulnerabili i soggetti del gruppo 0. Diversi team di scienziati hanno studiato popolazioni diverse e i risultati spno stati pubblicati qualche tempo fa sulla rivista specializzata Blood Advances.

Covid e gruppo sanguigno: è presto per tirare le somme

Occorre però procedere con cautela e non trarre conclusioni affrettate: il fatto che il gruppo 0 possa essere più resistente al Covid può essere sì dovuto alla presenza nel sangue di Isoagglutinina, un anticorpo che reagisce con un isoantigene presente sulla superficie di globuli rossi di soggetti della stessa specie e che impedisce che il virus vi resti ancorato. Ma gli esperti invitano a evitare di classificare in qualsiasi modo la popolazione in base al gruppo sanguigno: anche chi appartiene al gruppo 0, avvertono, può ammalarsi di coronavirus a causa dell’età, dell’obesità o di altri fattori. Conosciamo ancora troppo poco il virus Sars-CoV-2. 

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