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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

L'assoluzione della Corte dei Conti di Firetto, Alesci e Rizzo: ecco le motivazioni

Dichiarazioni di stampa, articoli giornalistici e atti: un faldone corposo che però in circa 40 pagine di decreto sono state smontate, a tratti quasi derise, dal giudice contabile

Dichiarazioni di stampa, articoli giornalistici e atti. Un faldone corposo che però in circa 40 pagine di decreto sono state smontate, a tratti quasi derise, dal giudice contabile.

"False attestazioni sul patto di stabilità", indagato il sindaco di Agrigento 

L'assoluzione per il sindaco di Agrigento Lillo Firetto, in qualità di ex primo cittadino di Porto Empedocle, dell'allora dirigente finanziario Salvatore Alesci e dell'ex segretario generale Pietro Rizzo, è raccontata in un provvedimento lungo forse anche più di come lo siano in genere atti di quel tipo. Una ricostruzione che il giudice ha articolato in modo molto puntuale, entrando nel merito delle accuse mosse dalla Procura contabile. A monte di tutto, come detto, ci sono le stesse contestazioni che attualmente vedono Firetto, Alesci e due distinti nuclei dei revisori dei conti dell'ente marinaro davanti alla Giustizia penale con l'accusa di aver "gonfiato" i bilanci dell'ente con i soldi del rigassificatore e con altre entrate.

Sforamento del patto di stabilità? La Corte dei Conti assolve Firetto 

Il "j'accuse" contro Firetto e altri, dicevamo, è articolato e fondato su dichiarazioni pronunciate nel tempo. Alcune di queste sono dell'attuale sindaco Ida Carmina, che sia durante una specifica conferenza stampa convocata dopo la diffusione della notizia sul precedente processo contabile (concluso con due assoluzioni) aveva lasciato intravedere un quadro a tinte molto fosche della gestione contabile dell'ente e soprattutto possibili colpe rispetto al dissesto.

Ida Carmina: "I conti del Comune erano tutti sbagliati"

Una delle "prove" sarebbe dovuto essere il risultato del riaccertamento straordinario dei residui effettuato nel 2017 che portò il saldo dei conti dell'ente da un attivo rilevante ad un passivo pesantissimo. Un atto, dice il giudice, che "non vale a provare le pretese condotte elusive, trattandosi di un adempimento di natura straordinaria nell'ambito del complesso percorso che conduce all'armonizzazione contabile, avviato a decorrere dal 2015".  In particolare era contestato il concetto di "competenza finanziaria potenziata" che "tiene conto anche dell'esigibilità dell'obbligazione con quantificazione della somma da incassare nell'esercizio". Ovvero, l'onere di inserire in bilancio residui certamente recuperabili. Onere che, appunto, c'era solo a partire dal 2015. Ad ogni modo, dice il giudice, "dalla lettura della predetta deliberazione non si evince affatto che i residui attivi eliminati fossero crediti originariamente inesistenti".  Quindi, dice il giudice, le accuse per gli esercizi 2013 e 2014 sono da ritenersi "destituite di fondamento".  Rispetto ad altre accuse avanzate la Corte ha stabilito che di fondo non sia "stato efficacemente assolto l'onere della prova" e che quindi il "il ricorso della Procura regionale deve essere rigettato".

"Tre milioni utilizzati per finalità diverse", Firetto e Alesci citati dalla Corte dei Conti  

Prescritte (anche se si erano opposti gli stessi imputati)  le questioni riguardanti le somme del rigassificatore, 1.200.000 euro in particolare che, aveva comunque spiegato la difesa, sono state registrate per il principio di competenza e che, ha confermato il giudice (pur non potendo entrare nel merito, essendo vicende risalenti a più di cinque anni fa) furono contabilizzate in modo corretto. Il Comune di Porto Empedocle, come era già accaduto, dovrà pagare le spese legali. 

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