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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

La moglie del maresciallo assunta in cambio di un'ispezione addomesticata, la difesa: "Condanne da annullare"

Il legale del sottufficiale Antonio Arnese: "La sentenza di primo grado offre visione parziale, neppure i tempi corrispondono"

"La sentenza di primo grado offre una visione parziale ed equivoca della vicenda". Dopo la requisitoria del sostituto procuratore generale di Palermo, Umberto Giglio, che ha chiesto la conferma della sentenza del processo di primo grado, concluso con la condanna dei due imputati a due anni di reclusione per l’accusa di corruzione, spazio alle arringhe difensive.

Il 30 gennaio del 2019 il maresciallo dei carabinieri Antonio Arnese, all’epoca dei fatti, nel 2012, comandante del nucleo Ispettorato del lavoro, e l’avvocato Ignazio Valenza, ex segretario dell’Ordine forense e presidente di due enti, sono stati riconosciuti colpevoli. Secondo i giudici, Valenza avrebbe barattato l’assunzione della moglie di Arnese alle dipendenze di Casa Amica, altro ente presieduto dal professionista, con un controllo ispettivo “blando e lacunoso” all’istituto di formazione Ecap, da lui diretto. Ieri mattina è stato il turno dell'arringa difensiva dell'avvocato Daniela Posante, difensore del sottufficiale. "Non c'è stato alcun accordo - ha detto in aula il difensore - e non corrispondono neppure i riferimenti temporali della vicenda. Valenza non poteva promettere alcuna assunzione alle dipendenze di Casa Amica, prima del maggio del 2012, perchè non aveva alcun ruolo.

Il 26 marzo, dopo le arringhe degli avvocati Antonino Gaziano e Giuliano Dominici, la Corte potrebbe ritirarsi in camera di consiglio per emettere la sentenza.

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