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Cronaca

"Nessun accordo per addomesticare l'ispezione", ultime arrighe prima del verdetto

Dopo la requisitoria del pm che ha chiesto la condanna a 3 anni e 6 mesi del maresciallo dei carabinieri Antonio Arnese e dell'avvocato Ignazio Valenza (per lui altra richiesta di 2 anni e mezzo) hanno discusso i difensori

"Non c'è stato alcun accordo corruttivo fra il maresciallo Antonio Arnese e l'avvocato Ignazio Valenza, finalizzato ad addomesticare il controllo all'Ecap e lo stesso Valenza non poteva promettere alcuna assunzione alle dipendenze di Casa Amica, prima del maggio del 2012, perchè non aveva alcun ruolo".

Dopo la requisitoria del pubblico ministero Chiara Bisso, che ha chiesto la condanna dei tre imputati, è toccato ai difensori tentare di smontare le tesi dell'accusa.

"Avvocato corruppe maresciallo", chieste tre condanne

"L'assunzione della moglie di Antonio Arnese, all'epoca comandante del nucleo ispettorato del lavoro, - aveva detto il pm all'udienza precedente - fu barattata con un'ispezione blanda all'istituto di formazione Ecap. La donna, in cambio del controllo volutamente lacunoso, fu assunta alle dipendenze di un altro istituto, Casa Amica, visto che il presidente era sempre l'avvocato Ignazio Valenza".

Questo pomeriggio ha replicato l'avvocato Daniela Posante, difensore di Arnese: "Ma come potevano essere d'accordo nell'ottobre del 2011, se Valenza entra nel consiglio di Casa Amica solo sei mesi più tardi? Basterebbe solo questo per smontare l'intera impostazione accusatoria".

Qualche ora prima l'avvocato Antonino Gaziano, difensore di Valenza, aveva sottolineato: "Non si capisce neppure quale sarebbe il motivo di scendere a compromessi. A parte che l'ispezione non è stata affatto blanda, come sostiene il pm, non si capisce quale sarebbe il grande motore corruttivo che anima la vicenda. L'Ecap non rischiava nulla, al massimo una multa di 5 mila euro".

Valenza, per il pm, è colpevole anche di calunnia ai danni della collega Laura Grado, che sarebbe stata accusata falsamente di avere violato la corrispondenza dell'istituto nell'ambito di un contenzioso che gestiva professionalmente per conto di alcuni lavoratori. Il pm ha chiesto 2 anni e 6 mesi per questa ulteriore imputazione: la pena complessiva proposta nei confronti del professionista, attuale consigliere dell'Ordine ed ex segretario, di conseguenza, è di 6 anni.

Due anni sono stati, invece, proposti per l'ex luogotenente dei carabinieri, adesso in pensione, Vincenzo Mangiavillano, accusato di favoreggiamento: secondo il pm, avrebbe aiutato Arnese e Valenza a realizzare "il loro accordo corruttivo" rivelando al primo l'esistenza di indagini a suo carico. Mangiavillano, all'epoca dei fatti, nel 2013, comandava il nucleo di polizia giudiziaria della Procura.

Il 24 gennaio, dopo l'arringa dell'avvocato Giuliano Dominici, altro difensore di Valenza e le eventuali repliche del pm, sarà emessa la sentenza.
 

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