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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

"Corrotto con quaranta palme", quattro mesi a D'Orsi

I giudici della prima sezione penale hanno condannato l'ultimo presidente della Provincia che avrebbe "barattato" le piante con un appalto di fornitura per il vivaista

Quattro mesi di reclusione per l'accusa di corruzione: secondo i giudici l'ultimo presidente della Provincia, Eugenio D'Orsi, si sarebbe fatto dare da un vivaista quaranta palme del suo negozio, destinate alla sua villa di Montaperto, in cambio di un appalto consistente nella vendita all'ente di tutte le piante dell'attività, prossima alla chiusura.

La sentenza è stata emessa nel pomeriggio. Il pubblico ministero Carlo Cinque aveva chiesto la condanna a sei mesi di reclusione. Il difensore, l'avvocato Daniela Posante, aveva invece insistito per l'assoluzione sostenendo che "non esiste alcuna prova dell'accordo fra loro o di un nesso fra le palme arrivate a casa di D'Orsi e l'acquisto delle piante fatto dalla Provincia".

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La sentenza, dopo una breve camera di consiglio, è stata emessa dal collegio di giudici presieduto da Gianfranca Claudia Infantino. 

Il processo è una costola dell’inchiesta principale che ha portato alla condanna di D’Orsi a un anno di reclusione per l’accusa di avere ottenuto il rimborso di pranzi e cene senza che risultasse “adeguatamente motivato” il fine istituzionale. Per tutte le accuse principali – truffa, peculato, concussione e abuso di ufficio, racchiusi in diversi filoni di indagine – i giudici hanno deciso l’assoluzione ma l’appello della Procura non ha reso definitivo il verdetto. Per la vicenda delle palme, inizialmente qualificata come peculato, il tribunale aveva emesso un’ordinanza con cui restituiva gli atti al pm ritenendo che il fatto andasse inquadrato come “corruzione per l’esercizio della funzione”.
 

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