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Cronaca

Coronavirus, i sindaci: "Servono almeno 280 posti letto, l'Asp cosa sta facendo?"

Diversi primi cittadini chiedono piena chiarezza sulle procedure avviate e sulle prospettive a breve termine per dotare il territorio di un Covid-hospital

Realizzazione di un Covid-Hospital nella nostra provincia ancora al palo, i sindaci di diversi comuni scrivono alla Regione chiedono interventi rapidi per garantire assistenza in caso di un possibile picco dei casi.

A firmare una lunga nota sono stati i comuni di Cattolica Eraclea, Raffadali, Canicattì, Menfi, Siculiana, Santo Stefano Quisquina, Grotte, Montallegro, Lucca Sicula, Sambuca Di Sicilia, Campobello Di Licata, Santa Elisabetta, Porto Empedocle, Burgio, Cianciana, Villafranca Sicula, Calamonaci, Realmonte, . Santa Margherita di Belice, Ribera, Alessandria della Rocca, Sant'Angelo Muxaro, Palma Di Montechiaro, Joppolo Giancaxio, Racalmuto, San Giovanni Gemini, Cammarata, Aragona, Naro, Favara, Montevago, Sciacca, Bivona, Comitini e Ravanusa.

Tamponi obbligatori a scadenza della quarantena, i sindaci: "Ne servono almeno 300 al giorno"

"Su una popolazione di 500.000 abitanti, per fare fronte all’emergenza, l’Asp dovrebbe dotarsi di almeno 30 posti letto in terapia intensiva e di almeno 250 posti letto in terapia sub intensiva. Ad oggi, nessun presidio Covid è stato completato e ciò rischia di esporre sia gli operatori in servizio a non contenere la diffusione, velocizzandone i contagi sia l’intera popolazione del territorio provinciale. La macchina dell’emergenza considerata dall’Asp di Agrigento a tutt’oggi - continuano i sindaci - ci preoccupa ed appare assolutamente inadeguata rispetto a bisogni emergenti risultando in forte ritardo rispetto alle necessità incombenti e reali. Ci si chiede come mai nessuno dei presidi ospedalieri presenti sull’intero territorio provinciale sia stato convertito a presidio Covid al pari delle altre Asp e come annunciato da proclami e mass media".

I sindaci, quindi, chiedono di conoscere il numero di posti letto in terapia intensiva e sub intensiva destinati al covid-19 ad oggi realmente in funzione e qual'é l’eventuale programmazione; che venga urgentemente riconvertito a presidio COVID, al fine di creare un percorso unico dei malati di Covid-19 rispetto alle altre patologie ricorrenti, un presidio ospedaliero del territorio provinciale; che venga fatta un’indagine epidemiologica sui casi positivi e se sono stati sottoposti a tampone rino-faringeo i familiari e i contatti stretti di detti casi; di conoscere il numero di test che sono stati fatti e se sono stati individuati dei laboratori adeguatamente attrezzati ad eseguire i tamponi; se sono stati effettuati i tamponi a tutto il personale sanitario, ai medici di famiglia, al personale del 118, delle case di riposo, di cura etc. e se il personale sanitario è stato fornito dei dispositivi di protezione individuali e in quali quantità.

"Riteniamo di esprimere forte preoccupazione per quanto sta accadendo  - concludono - e senza voler alimentare polemiche auspichiamo che la direzione strategica dell’ASP, in tempi stringenti, senza ulteriori indugi, prenda le adeguate iniziative affinché si possa contrastare in maniera efficace le necessità incombenti, coerentemente con l’impegno che i sindaci della provincia stanno dimostrando"

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