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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Coronavirus e nuovo Dpcm: cosa cambia davvero nella scuola

Si va avanti "in presenza". Gite e visite scolastiche sono sospese, ma non le attività didattiche che si svolgono ordinariamente in ambienti diversi da quelli scolastici come parchi, teatri, biblioteche, archivi, cinema e musei

La scuola va avanti in presenza, con la possibilità di forme flessibili di didattica e modulazione degli ingressi per le scuole superiori prevedendo un ingressi non prima delle 9. Lo dispone il nuovo Dpcm. "Fermo restando che l'attività didattica ed educativa per il primo ciclo di istruzione e per i servizi educativi per l'infanzia continua a svolgersi in presenza, per contrastare la diffusione del contagio, previa comunicazione al Ministero dell'istruzione da parte delle autorità regionali, locali o sanitarie delle situazioni critiche e di particolare rischio riferite agli specifici contesti territoriali, le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado adottano forme flessibili nell'organizzazione dell'attività didattica incrementando il ricorso alla didattica digitale integrata, che rimane complementare alla didattica in presenza". Si legge nel testo. "Modulando ulteriormente la gestione degli orari di ingresso e di uscita degli alunni, anche attraverso l'eventuale utilizzo di turni pomeridiani e disponendo che l'ingresso non avvenga in ogni caso prima delle 9.00. Allo scopo di garantire la proporzionalità e l'adeguatezza delle misure adottate è promosso lo svolgimento periodico delle riunioni di coordinamento regionale e locale".

"La scuola resta aperta. Si continua con la didattica in presenza, come chiedevamo. Sono stati salvaguardati i diritti di studenti e studentesse" dice la ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina. Ci sarà, aggiunge, una "possibile flessibilità sugli orari per le scuole superiori ma solo attraverso interventi mirati".

Stop a gite e visite, sì a lezioni fuori da scuola

Gite e visite scolastiche sono sospese, ma non le attività didattiche che si svolgono ordinariamente (non saltuariamente) in ambienti diversi da quelli scolastici (ad esempio parchi, teatri, biblioteche, archivi, cinema, musei). E' quanto si legge in una nota inviata alle scuole per rispondere ai quesiti giunti al ministero dell'Istruzione in merito all'interpretazione e all'applicazione di alcune disposizioni contenute negli ultimi provvedimenti governativi. L'articolo 1, comma 6, lettera s) del Decreto (si fa riferimento a quello din una settimana fa, riconfermato di fatto ieri in questo ambito), recita infatti: "sono sospesi i viaggi d'istruzione, le iniziative di scambio o gemellaggio, le visite guidate e le uscite didattiche comunque denominate, programmate dalle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, fatte salve le attivita' inerenti i percorsi per le competenze trasversali e per l'orientamento, nonché le attività di tirocinio di cui al decreto del ministro dell'Istruzione, dell'Universita' e della Ricerca 10 settembre 2010, n.249, da svolgersi nei casi in cui sia possibile garantire il rispetto delle prescrizioni sanitarie e di sicurezza vigenti".

Il Dpcm non si riferisce però alle ordinarie attività didattiche organizzate dalle scuole in spazi alternativi ubicati all'esterno degli edifici scolastici per prevenire e contenere la diffusione del contagio e favorire il distanziamento fisico in contesti di azione diversi da quelli usuali. Alcune di queste attivita' erano state organizzate anche attraverso specifici accordi quali i 'Patti di comunita'', realizzati in collaborazione con gli Enti locali, le istituzioni pubbliche e private variamente operanti sui territori e le realta' del Terzo Settore. Queste attivita' didattiche, quindi, restano regolarmente consentite.

I presidi chiedono una task force per la scuola

 "È stato riaffermato il valore della didattica in presenza ed è un fatto importante, quello che avevamo chiesto. La scuola non andava chiusa, perché i focolai dei contagi sono altrove, e non doveva pagare il fatto che altri sistemi non funzionano". Lo dice in un'intervista a La Repubblica il presidente dell'Associazione nazionale presidi (ANP), Antonello Giannelli, commentando il Dpcm annunciato ieri sera dal premier Conte. Riguardo alle difficoltà nella gestione sanitaria dei casi di contagio di studenti e docenti, per Giannelli "sulla parte sanitaria chiediamo personale dedicato nella gestione dei casi: il carico di lavoro è stato sottovalutato, le Asl sono in tilt. Si faccia un organico Covid anche per la sanità, come è stato fatto per docenti e il personale Ata, e si incarichino queste persone di seguire solo la situazione nelle scuole". "Se si risolve così il picco delle otto dei trasporti va bene", dice riguardo la novità dell`ingresso dopo le nove per i ragazzi delle superiori, ma avvisa: "Ci serve poter nominare subito i supplenti, cosa che in questo momento è difficile, se non impossibile. Chiediamo agli enti locali gli spazi che non hanno reperito e al commissario Arcuri di dirci quanti banchi ancora mancano alla consegna prevista entro fine ottobre".

"La scuola deve rimanere aperta. La scuola è la priorità di questo Paese, insieme al lavoro e alle attività produttive. Lo sforzo fatto dai ministri Azzolina e Speranza è stato straordinario e va tenuta aperta". Lo ha detto Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità, a 'In mezz'ora in più' ieri su Rai 3. "Il contributo della scuola allo sviluppo dell'economia è assolutamente limitato".

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