Coronavirus, Razza: "Lockdown in Sicilia? Pensiamo a blocco selettivo in alcune aree"
L'assessore fa il punto sulla situazione Covid: "La situazione degli ospedali nell'Isola è sotto controllo, la scelta della Regione sarà quella di fare quanto più è possibile test diagnostici per rilevare anche i positivi asintomatici"
Nei mesi scorsi il numero di tamponi era bassissimo e quello dei ricoveri 10 volte l'attuale, quindi la strategia messa in atto dalla Regione sta dando i suoi frutti. Noi stiamo valutando un provvedimento che non vedrà il lockdown se non selettivo in alcune aree". Lo ha affermato l'assessore alla Salute della Regione Siciliana, Ruggero Razza, a margine dei lavori, al teatro Bellini di Catania, su 'La sanità post Covid-19'.
"La scelta della Regione - ha aggiunto l'assessore - sarà quella di fare quanto più è possibile test diagnostici per rilevare anche i positivi asintomatici. I tempi di ospedalizzazione ci dicono che il dato medio è di 5-6 giorni ed è significativamente più basso".
"La situazione degli ospedali in Sicilia è sotto controllo - ha evidenziato Razza -. Abbiamo fatto la scelta consapevole di evitare qualsiasi lockdown sanitario. Noi", anzi "l'Italia tutta non può permettersi una chiusura del sistema sanitario e se i malati di Covid sono un numero significativo, molti di più sono quelli di pazienti che necessitano di altre cure".
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"Non possiamo permetterci di guardare al presente senza avere uno sguardo sul futuro, a come sarà tra 10-15 anni - ragiona Razza - Il sistema sanitario sta cambiando in tutto il mondo e l'esperienza della pandemia ce ne consegnerà uno diverso e questo significa che diventerà un'occasione. E per la Sicilia servirà a parlare a quella parte del mondo che va nelle stesse longitudini della nostra regione, ma va in altri Stati".
E intervenuto anche il viceministro per la Salute, Pierpaolo Sileri, in videoconferenza. "Col virus si può convivere. A febbraio e marzo si pensava che non si poteva uscire dall'emergenza", ha detto. "Organizzare la sanità - ha aggiunto - significa guardare al futuro con gli investimenti. Dobbiamo guardare al futuro investendo sulla rete ospedaliera e nella tecnologia. Italia ha una industria sanitaria importantissima che è un modello per il mondo. Noi, per esempio, abbiamo le migliori cure oncologiche possibili. Il sistema, seppure perimetrato, della sanità è stato messo in condizione di rispondere in maniera forte grazie alla flessibilità".
"E' una questione culturale - ha infine sottolineato Sileri - che prevede una rete di collaborazioni. In Italia spesso si inventa quello che sarà il futuro. Ma per aver questi risultati bisogna investire in formazione".