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Cronaca

Coronavirus, il problema dei positivi in giro col green pass valido

La falla nel sistema di verifica della certificazione verde Covid-19 e l'idea di una revoca temporanea

C'è una falla nel sistema del green pass. E va risolta al più presto. Alcune persone positive al covid, vaccinate di lungo corso con una protezione ridotta, possono potenzialmente andare in giro ed essere accolte in ristoranti e alberghi, cinema e teatri, perché la certificazione verde rimane valida. L'ultimo caso è avvenuto ieri: un ragazzo è stato denunciato per aver violato la quarantena, ma dai controlli sul green pass risultava tutto in regola.

Protagonista della vicenda è un 28enne milanese che nonostante la positività al covid (per fortuna con sintomi lievi) ha violato l'isolamento per andare a trovare la fidanzata in treno a Torino. Il giovane è stato rintracciato dalla polizia nell'hotel dove alloggiava. E per lui è scattata la denuncia. Il green pass del giovane infatti era rimasto attivo. Per fortuna ha invece funzionato l'altro sistema di tracciamento, quello legato alle registrazioni degli hotel. Le forze dell'ordine sono così intervenute nell'albergo accompagnando il 28enne in una struttura protetta. Ma perché il sistema non ha funzionato? E soprattutto: si tratta di un caso isolato? A quanto pare no.

In teoria, se si è in quarantena a causa di un'infezione, il green pass non dovrebbe restare attivo. A quanto pare però qualcosa è andato storto e un bug nel sistema ha aiutato il giovane ad eludere i controlli. Il problema sembra essere legato ad una difficoltà di comunicazione tra le aziende sanitarie regionali e il ministero della Salute, che dovrebbe aggiornare in teoria una sorta di "black list" dei nuovi contagiati collegata all'app VerificaC19 usata in tutta Italia per i controlli. 

Per sanare questa falla nel sistema, a giorni dovrebbe arrivare un intervento del ministero della Salute per la revoca temporanea del green pass a chi risulta positivo dopo aver ricevuto il certificato verde Covid-19. Lo confermano fonti del ministero. Il problema però andrebbe affrontato a livello europeo, un fronte su cui il dicastero guidato da Roberto Speranza si sta muovendo e che potrebbe risolversi in tempi stretti. Va ricordato che la legge italiana già prevede sanzioni per chi, positivo, esca dall'isolamento e provi ad usare il green pass, ma arrivare ad un sistema di revoca a livello europeo permetterebbe di avere un'omogeneità di blocco del certificato anche negli altri paesi se usato in modo fraudolento.

Nell'immediato, il ministero della Salute ha intenzione di attivare il sistema di revoca temporanea della certificazione in caso di positività e attende che il Garante della privacy possa dare il via libera nei prossimi giorni. Roberto Speranza potrebbe emanare un'apposita circolare. Durante un question time alla Camera a novembre, Speranza aveva già spiegato che il Dpcm del 17 giugno 2021 ha previsto la possibilità della revoca delle certificazioni verdi, precedentemente rilasciate, per il periodo della malattia. "Resta evidente - aveva aggiunto il ministro della Salute - che chi è stato identificato come caso positivo a Sars-CoV-2 è sempre soggetto all'obbligo di legge dell'isolamento fiduciario e deve essere conseguentemente esclusa a rigore la possibilità di utilizzo del green pass se il titolare è causa di possibile contagio".

Fonte Today.it

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