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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Il governo Draghi pensa al lockdown nazionale: scuole chiuse e anticipo del coprifuoco

Se questa settimana tornano a salire i contagi il Dpcm 2 marzo diventa già vecchio. L'esecutivo verso una stretta per fermare la diffusione delle varianti e della terza ondata dell'epidemia Covid. La decisione entro venerdì 12 marzo. Il presidente della Regione Musumeci contrario

Il governo Draghi è a un bivio nell'emergenza Coronavirus. Il nuovo Dpcm del 2 marzo entrato in vigore sabato 6 forse è già vecchio: c'è bisogno di una nuova stretta per fermare la crescita dei contagi scatenata dalla terza ondata dell'epidemia di Sars-CoV-2. La nuova stretta potrebbe arrivare già a partire da venerdì 12 marzo con regole valide per lunedì 15. Nuove regole per le zone rosse e arancione scuro con la possibilità di applicare anche una super zona rossa e anticipo del coprifuoco insieme al lockdown totale per almeno tre settimane sono le principali opzioni per l'esecutivo. Che però è diviso al suo interno tra rigoristi e aperturisti. Mentre 25 milioni di cittadini si trovano in semi-lockdown e un sondaggio dice che il 44% degli italiani vuole un lockdown duro ma limitato nel tempo, e Massimo Galli, infettivologo del Sacco, dice chiaro e tondo che le misure adottate non bastano.

Super zona rossa in tutta Italia, scuole chiuse e anticipo del coprifuoco

Questo potrebbe ritardare l'azione del governo e creare una situazione simile a quella in cui si è trovato poco più di un anno fa il Conte Bis. Che insieme alla Regione Lombardia ha ritardato il lockdown nel territorio consentendo al virus di accrescere la sua circolazione. Mario Draghi ha sul tavolo il verbale del Comitato Tecnico Scientifico dopo l'incontro di venerdì con il governo in cui i tecnici mettono nero su bianco che consigliano “la riduzione delle interazioni fisiche e della mobilità” e “analogamente a quanto avviene in altri paesi europei” il rafforzamento delle misure su tutto il territorio nazionale. Il Cts ricorda anche che chiudere le scuole quando l'incidenza supera i 250 casi ogni 100 mila abitanti a settimana non basta: bisogna imporre una serrata anche ad altri servizi, compresi i centri commerciali e i luoghi di assembramento.

Mentre proprio ieri il ministro della Salute Roberto Speranza a "Mezz'ora in più" ha detto chiaro che esclude il lockdown perché c'è una certa differenza nella diffusione dell'epidemia nei territori, ma anche che con le varianti ritiene che sia necessaria una stretta. "C'è un fatto nuovo che sono le varianti, secondo l'Iss la variante inglese riesce a diffondersi con una maggiore velocità del 35-40% rispetto al ceppo originario. Almeno il 54% dei casi che riscontriamo in Italia è dovuto a questa variante e questo lo vediamo dalla curva che è risalita". Il ministro ha pronosticato più zone rosse dalla prossima settimana: "Noi monitoriamo la curva e verificheremo quali misure siano più adeguate, io mi aspetto che le varianti abbiano un impatto e che che altre regioni vadano verso il rosso". Le opzioni sul tavolo del governo sono cinque:

- un lockdown totale con zona rossa nazionale per tre o quattro settimane;
- una zona arancione scuro o rafforzata nazionale per un mese;
- una zona rossa solo nel week end;
- una zona arancione nel week end;
- un coprifuoco anticipato alle 19 o alle 20 su tutto il territorio nazionale.

Ma “le ultime due misure sono blande, rispetto allo scopo. Le prime due invece sono radicali, ma hanno il pregio della celerità: non attendere le inevitabili chiusure dei territori a macchia di leopardo, che comunque arriveranno, come indica l’evoluzione dell’indice Rt”. Il Report #42 del monitoraggio settimanale dell'Istituto Superiore di Sanità e del ministero ha messo nero su bianco la settimana scorsa che:

- si conferma per la quinta settimana consecutiva un peggioramento nel livello generale del rischio;
- le Regioni/PPAA sono invitate ad adottare, indipendentemente dai valori di incidenza, il livello di mitigazione massimo a scopo di contenimento;

- è fondamentale che la popolazione eviti tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie e di rimanere a casa il più possibile.

Ovvero, anche il report della Cabina di Regia chiede “le misure di mitigazione massime”, ovvero la zona rossa nelle regioni. Intanto mezza Italia da oggi va verso il lockdown dopo il balzo di contagi e ricoveri negli ultimi cinque giorni. La Campania va in rosso e Veneto e Friuli-Venezia Giulia in arancione mentre la Lombardia si salva all'ultimo varando una zona arancione scuro o rafforzato. Fra una settimana la stretta scatterà al superamento della soglia di 250 casi settimanali ogni centomila abitanti ma entro questa settimana il governo deve prendere una decisione. Una decina di giorni fa il ministro Speranza aveva proposto una zona arancione scuro per tutta Italia entrando in rotta di collisione con Matteo Salvini e Stefano Bonaccini che invece chiedevano addirittura i ristoranti aperti a cena. Anche il ministro degli Esteri Luigi Di Maio si è schierato su Facebook a favore della stretta: "Purtroppo, come stiamo vedendo anche in questa nuova fase politica, non ci sono alternative a misure più rigide, perché se è vero che ci siamo abituati alla convivenza con il virus, è altrettanto vero che questa ondata è provocata da nuove varianti che stanno preoccupando tutta Europa e vanno contenute".

Musumeci contrario: velocizzare con le vaccinazioni

Contrario a nuove chiusure è il presidente della regione siciliana, Nello Musumeci, che intervistato ad Omnibus su La7, si è detto contrario. "Spero non ci siano, noi abbiamo un tessuto imprenditoriale vivace ma fragile e l'economia è stata messa in ginocchio, quindi non mi auguro chiusure. Al momento - ha sottolineato - siamo tra le regioni più virtuose. Io mi auguro solo che arrivino i vaccini per velocizzare la campagna di vaccinazione". Sul fronte vaccinazioni, il governatore ha ricordato che "in Sicilia siamo a oltre l'80% delle scorte dei vaccini somministrati. Abbiamo inoculato il vaccino ai sanitari, al personale e agli ospiti delle Rsa e da qualche giorno agli over 80 anche non deambulanti. Adesso - ha proseguito - stiamo lavorando per vaccinare agli insegnanti e alle forze dell'ordine".

Lockdown di un mese: si decide venerdì 12 marzo

Venerdì, sulla base del monitoraggio, altre Regioni potranno entrare in zona rossa e a quel punto gran parte dell'Italia sarà sottoposta a forti misure di contenimento. Eppure potrebbe non bastare, perche se si vuole far correre la campagna vaccinale bisogna tenere a freno i nuovi contagi. Per questo il governo potrebbe varare la stretta proprio entro venerdì 12 marzo, per farla entrare in vigore insieme alle ordinanze sulle regioni in zona arancione e rossa da lunedì 15 marzo. Che tipo di stretta? La parola “zona rossa” per tutta l’Italia non è più un tabù.

Se dovesse essere necessario un lockdown per vaccinare più in fretta, ragionano fonti di governo, "siamo pronti". Magari lasciando fuori dalle restrizioni alcune Regioni con tassi di contagio da zona bianca. Anche di questo si discuterà nella riunione straordinaria che si terrà oggi tra i ministri Roberto Speranza e Mariastella Gelmini, il capo del Cts Agostino Miozzo e il commissario per l’emergenza Francesco Paolo Figliuolo.

Al termine della riunione il presidente Draghi farà un punto con la cabina di regia di maggioranza per decidere il da farsi.L'ipotesi ricorda molto quella circolata già ai tempi del governo Conte e che prevedeva cento giorni di zona rossa per chiudere l'emergenza e vaccinare in tranquillità. L'ipotesi è di "un rosso globale per tre settimane. Per velocizzare le procedure, per precettare il maggior numero di vaccinatori". Anche perché pure le scuole sono rimaste chiuse durante la campagna di vaccinazione perché gli insegnanti lamentavano gli effetti collaterali del vaccino. Il quotidiano spiega che la super zona rossa andrà di pari passo con il piano di vaccinazione, che avrà un unico criterio per evitare “le vaccinazioni per casta”, che sarà anagrafico e alfabetico.

Il governo Draghi pensa al lockdown nazionale: scuole chiuse e anticipo del coprifuoco

Per questo si aspetta prima di valutare misure come l’anticipazione del coprifuoco dalle 22 alle 20 o addirittura alle 18: "Man mano che i contagi aumentano le regioni passano in zona rossa o arancione, dunque di fatto le restrizioni sono automatiche", spiega uno degli esperti a La Stampa. "L'epidemia sta correndo, i dati sono preoccupanti e ormai sappiamo qual è la soluzione migliore: quando si dichiara “zona rossa” la curva decresce". Ma "il lockdown come quello dell’anno scorso è improponibile e, peraltro, l’andamento della curva dei decessi ci fa pensare che si comincino a vedere gli effetti delle vaccinazioni sugli over 80, le persone più fragili". C'è anche da far notare che lo stesso Speranza aveva promesso 13 milioni di vaccinati contro il coronavirus a fine marzo e attualmente il numero di quelli che hanno ricevuto prima e seconda dose ammonta appena a 3,7 milioni. Bisognerebbe vaccinare 400 mila persone al giorno a partire da oggi per riuscire a mantenere la promessa. 
 

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