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Cronaca

Coronavirus, la bozza del Dpcm Natale: ipotesi ritorno in Sicilia solo per i residenti

Il ministro della Salute Roberto Speranza: "Dobbiamo disincentivare gli spostamenti tra regioni il 25, 26 e primo gennaio e limitare anche gli spostamenti tra Comuni". Regole ad hoc per i ristoranti, aperti a pranzo per Natale e Capodanno. Vaccini da gennaio

Spostamenti tra regioni ridotti al minimo e probabilmente bloccati dal 21 dicembre al 7 gennaio, ma comunque con la possibilità per chi ha la residenza in Sicilia e vive altrove di potere tornare a casa. Le ultime indiscrezioni sul Dpcm che il Governo si appresta a varare per Natale sembrano "salvare" i tanti siciliani che si chiedono se potranno o meno festeggiare in famiglia. Tramonta però l'ipotesi del via libera anche al ricongiungimento familiare. Niente da fare quindi per chi ha anche spostato la residenza altrove e in Sicilia ha però parte degli affetti. I ricongiungimenti familiari non saranno consentiti.

Quello del 2020 sarà comunque un Natale in tono minore. La possibilità di anticipare anche la celebrazione della messa della vigilia e le cene "a numero chiuso" sono solo due delle mosse dell'Esecutivo per conciliare l'esigenza di celebrare il Natale con quella di evitare un pericoloso "liberi tutti" come accaduto, di fatto, in estate. Il confronto tra le parti, tra chi invoca il rigore massimo e chi invece è più indulgente, è aperto a dispetto del poco tempo a disposizione per varare il nuovo provvedimento. Sembra però che prevarrà la linea del rigore.

Il nodo spostamenti

"Dobbiamo disincentivare gli spostamenti tra regioni il 25, 26 e primo gennaio e limitare anche gli spostamenti tra Comuni". A confermare lo stop è stato il ministro della Salute, Roberto Speranza, intervenendo al Senato sulle ulteriori misure per fronteggiare l'emergenza Covid. Dovrebbe restare anche il coprifuoco (senza deroghe) dalle 22 anche a Natale e Capodanno.

Ancora due le possibilità in discussione: dare la facoltà di muoversi solo per "comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute" oppure concedere deroghe per i parenti stretti e gli anziani soli. Nel Governo sembra prevalere la linea dura, ma secondo le ultime indiscrezioni chi risiede legalmente in Sicilia ma vive in un'altra regione potrà rientrare a casa.

Da Speranza la conferma che la linea dell'Esecutivo è quella di "affrontare le feste con massima serietà se non vogliamo nuove chiusure a gennaio. Con il prossimo Dpcm dobbiamo continuare con misure serie e rigorose. Due le priorità: mantenere la classificazione delle Regioni per scenario di rischio, perchè l'impianto di fondo è corretto e sta funzionando, e rinforzare le limitazioni previste che dovranno essere rinforzate anche in un coordinamento europeo che diventa indispensabile: quindi vanno limitati il più possibile i contatti non indispensabili tra le persone".

Rischio ancora alto

Nonstante i primi segnali incoraggianti, il calo dei contagi degli ultimi giorni non basta per dirci "fuori pericolo". "Per la stabilizzazione dei primi risultati - ha chiarito Speranza - c'è bisogno di altre settimane di sacrifici e poi di una cura di mantenimento. L'onda resta ancora molto alta quindi attenzione a non scambiare un primo raggio di sole con scampato pericolo. Non facciamoci illusioni, se abbassiamo la guardia la terza ondata è dietro l'angolo".

E il rischio alto porta con sè l'esigenza di controlli, come confermato anche da Achille Variati, sottosegretario al ministero dell'interno a ''The Breakfast Club'' su Radio Capital. "Grande delusione - ha detto - per le folle in strada nello scorso weekend e quegli assembramenti erano proprio nelle città che fino a pochi momenti prima erano zone rosse, un'aspettativa mancata. Ma lo Stato non resterà a guardare. Durante le vacanze di Natale ristoranti chiusi e presidi delle forze dell'ordine in stazioni e aeroporti. Il Governo ha sempre fatto appello all'autoresponsabilità dei cittadini. Si può uscire, ma se si vede molta gente in strada lì deve scattare un meccanismo in ognuno di noi. Si andrà sicuramente verso un blocco degli spostamenti anche tra regioni gialle - continua Variati - con qualche eccezione per i ricongiungimenti familiari. I blocchi notturni continueranno ad esserci, ristoranti bloccati a Natale e Santo Stefano. Poliziotti anche sui treni. Se ci fosse la collaborazione di tutti non ci sarebbe bisogno di nessun divieto. Se non risolviamo la pandemia adesso, il colpo per l'economia sarà mortale''. 

Le riunioni in casa

Tradizionalmente il Natale è associato a grandi tavolate. Non quest'anno. Il Governo non potrà porre un limite tassativo al numero di commensali nelle abitazioni private, verranno quindi formulate con ogni probabilità delle "raccomandazioni" come avvenuto nei precedenti Dpcm. L'orientamento è quello di suggerire pranzi e cene solo con conviventi. Gli ospiti, se presenti, dovranno essere in numero assai limitato (si ragiona intorno ai 10 commensali al massimo) e la mascherina andrebbe tolta solo per consumare i pasti.

I ristoranti

A sorpresa il Governo ha aperto alla possibilità di aprire i ristoranti per il pranzo di Natale e a Capodanno. Resterà però fermo l'orario limite delle 18 e rimarranno le prescrizioni già in vigore: non più di quattro persone a tavola; obbligo di mascherine quando ci si muove all'interno del locale; obbligo di mantenere per 14 giorni i nomi dei clienti nel registro delle presenze. Resta sempre consentita l’attività per asporto fino alle 22, con il divieto però di fermarsi a consumare in prossimità del locale, e il domicilio.

I vaccini

Mentre si lavora per contenere i contagi, si guarda ai laboratori dove si producono e testano i vaccini. Stiamo vedendo la luce in fondo al tunnel: i primi vaccini pronti da gennaio sono la svolta che aspettavamo", ha detto Speranza. "Il primo asse - ha spiegato - è l'acquisto del vaccino centralizzato: verrà somministrato gratuitamente a tutti gli italiani. Il vaccino è un bene comune, va assicurato a tutte le persone. Il secondo asse è altrettanto importante: l'Italia ha opzionato 202 milioni dosi di vaccino, che rappresenterebbero una scorta abbastanza per vaccinare tutta la popolazione; ma serviranno probabilmente due dosi per ciascuna persona, è per questo che la scelta è stata effettuata per la massima precauzione. Abbiamo sottoscritto tutti i contratti che l'Ue ha formalizzato, non vogliamo correre il rischio di non poter disporre di un vaccino".

La distribuzione dei vaccini - che non dovrebbero essere obbligatori - avverrà anche con il coinvolgimento delle forze armate.  I primi a ricevere i vaccini saranno gli operatori sociosanitari, i residenti delle Rsa e gli anziani. 

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