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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Coronavirus, attività ancora sospese: ecco le regole per i titolari

Una circolare del Viminale è stata inviata ai prefetti in merito alla proroga del lockdown. I titolari delle aziende chiuse hanno l'obbligo di comunicare "l'eventuale presenza di personale per attività di vigilanza, sanificazione o spedizioni". Controlli affidati anche alla Finanza

I titolari delle attività chiuse per l'emergenza Coronavirus hanno l'obbligo di comunicare al prefetto l'eventuale presenza di personale all'interno dei locali per attività di vigilanza o di sanificazione. E i controlli su quanto dichiarato potranno essere affidati anche alla guardia di finanza. Lo prevede una circolare firmata dal capo di Gabinetto del Viminale, Matteo Piantedosi, e inviata ai prefetti in merito all’applicazione del decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 10 aprile che ha prorogato il lockdown al 3 maggio consentendo però la riapertura delle attività inerenti al commercio di carta, cartone e articoli di cartoleria, di libri, vestiti per bambini e neonati.

La circolare del ministero dell'Interno 

Cosa prevede la circolare

Il provvedimento ribadisce l’obbligo di assicurare, oltre alla distanza interpersonale di un metro, che gli ingressi nelle attività aperte al pubblico avvengano in modo dilazionato e che venga impedito di sostare all’interno dei locali più del tempo necessario all’acquisto dei beni.

Il dpcm sottopone alcune delle attività che possono riaprire al sistema della preventiva comunicazione al prefetto della provincia ove è ubicata l’attività produttiva (prima era necessaria l'autorizzazione). Nella circolare si prevede che "in sede di valutazione delle condizioni richieste dalla norma per la prosecuzione delle attività per le quali opera l’obbligo della comunicazione, il prefetto adotti l’eventuale il provvedimento di sospensione, sentito il presidente della Regione".

L'obbligo di preventiva comunicazione al prefetto è introdotto, anche con riferimento alle attività sospese, per i casi in cui "si richieda l’accesso ai locali aziendali di personale dipendente o terzi delegati per lo svolgimento di attività di vigilanza, attività conservativa e di manutenzione, gestione dei pagamenti nonché attività di pulizia e sanificazione, come anche per la spedizione verso terzi di merci giacenti in magazzino e la ricezione in magazzino di beni e forniture".

La circolare richiama la possibilità di demandare alla guardia di finanza lo svolgimento di specifici controlli e riscontri - tramite le banche dati in uso e se necessario con rilievi presso le sedi aziendali - circa la veridicità del contenuto delle comunicazioni prodotte dalle aziende. La circolare ribadisce poi che i prefetti potranno avvalersi anche dell'aiuto delle Asp e dei nuclei locali dell’Ispettorato nazionale del lavoro.

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