Possibile riapertura di bar e ristoranti, Confcommercio: "Sarà complesso garantire le distanze"
Il presidente Francesco Picarella spiega: "Siamo in attesa delle indicazioni del Governo, l'impatto sulle attività sarà però rilevante"
La regola della "distanza sociale" al fine di limitare il diffondersi del Covid-19 ha già cambiato le nostre vite e, molto probabilmente, continuerà a condizionarle anche nei mesi a venire.
Ma cosa significa per un'attività commerciale, soprattutto un ristorante o un bar, garantire il "distanziamento"? In molti casi, una significativa riduzione della propria fetta di utenza.
LA VIDEO INTERVISTA. Un imprenditore: "Tavoli a distanza, meno clienti e profitti in calo"
“Se una struttura aveva dieci tavoli verosimilmente potrà riaprire solo con tre, se erano 50 il numero scenderà a 30, o anche 25 - spiega il presidente di Confcommercio Francesco Picarella -. Molto dipenderà ovviamente dalla grandezza dei locali e dalla loro conformazione, cioè come sarà possibile riorganizzarsi. Allo stesso modo bisognerà gestire l’afflusso di persone che accedono penso, ad esempio, ad un bar o a un pub".
Ma il calo dei clienti è solo una delle problematiche, perché tutti gli adeguamenti che dovranno essere applicati alle strutture saranno a costo dei commercianti.
“Inevitabilmente ci saranno ristoranti che non saranno in grado di garantire questa situazione e che o dovranno rimanere chiusi o dovranno fare investimenti importanti per poter riaprire. L'unica misura che ci appare positiva - conclude Picarella - è che le spese di adeguamento si possano decurtare con una sorta di credito d’imposta. Sono tutti punti in discussione al momento con il Governo per capire come riaprire”.