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Venerdì, 19 Aprile 2024
Inchiesta / Santa Margherita di Belice

Interventi abusivi per gli "amici" e visite in nero: "La Chirurgia del Policlinico asservita al prof Gulotta"

Non solo concorsi truccati, dall'inchiesta emerge che la figlia del docente avrebbe operato illecitamente anche un avvocato nella sala diretta dal padre. Il figlio, specializzando a Messina, avrebbe invece usato il dipartimento come una palestra. Il medico ai pazienti raccomandava: "Non dire che hai pagato, ti prego...". Oggi gli interrogatori

Lui agli interventi non avrebbe partecipato, pur risultando regolarmente in sala operatoria grazie alla presunta falsificazione dei registri, ma in compenso - e del tutto abusivamente - ci avrebbe mandato i suoi figli, entrambi medici. La Chirurgia del Policlinico sarebbe stata il suo regno, completamente asservita alle sue esigenze ed ai suoi personali interessi. Gaspare Gulotta (71 anni, originario di Santa Margherita Belice), a capo del dipartimento e arrestato venerdì scorso, avrebbe potuto fare - indisturbato ed "impunito" - ciò che voleva. Dall'inchiesta del Nas dei carabinieri, coordinata dal procuratore aggiunto Sergio Demontis, non emergono solo i concorsi truccati per favorire i propri allievi prediletti, ma anche interventi abusivi e fantasma, nonché visite fatte dal professore (al costo medio di 150/200 euro) totalmente in nero, ma garantendo, secondo l'accusa, una corsia preferenziale in ospedale ai pazienti.

Oggi Gaspare, Eliana e Leonardo Gulotta (i primi due ai domiciliari, l'altro interdetto per un anno dai pubblici uffici) saranno interrogati dal gip Donata Di Sarno che ha emesso l'ordinanza di custodia cautelare, sottoponendo altri 10 indagati alla stessa interdizione, mentre per altri 10 la Procura non aveva chiesto misure. I tre potranno così fornire una loro versione dei fatti al giudice e difendersi dalle accuse.

Il gip: "Piazzare i fedelissimi per perpetuare il potere"

"Piazzare" i propri fedelissimi pilotando i concorsi, secondo il gip, sarebbe servito a Gulotta e al collega Adelfio Latteri (interdetto anche lui), col quale avrebbe avuto un "patto di alternanza" nella scelta dei candidati, alla "perpetuazione del loro potere all'interno del Dipartimento", facendo vincere "soggetti a loro fedeli e riconoscenti, capaci di rispettarne il prestigio e il volere anche nel futuro e anche in vista del pensionamento. Gulotta in particolare mirava inoltre a predisporre un ambiente accademico confacente agli interessi dei suoi figli, entrambi giovani medici, affinché essi venissero favoriti nelle progressioni di carriera". 

"Registri falsificati e operazioni mai eseguite dal prof"

A falsificare i registri che avrebbero attestato la presenza del professore Gulotta in sala operatoria quando invece non ci sarebbe neppure entrato sarebbero stati, infatti, proprio i suoi "fedeli" collaboratori, tra cui Antonino Agrusa (il suo pupillo), Giuseppe Di Buono e Giuseppe Salamone, tutti indagati e interdetti per un anno. In questo modo avrebbero garantito "a Gulotta lo svolgimento di attività didattiche, che possono consistere anche nel tutoraggio agli studenti in sala operatoria", scrive il gip. Un do ut des, insomma: il candidato avrebbe vinto i concorsi anche a discapito di colleghi con più meriti grazie agli sponsor e agli accordi sottobanco e in cambio sarebbe stato "a disposizione" di chi l'avrebbe favorito.

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Gli "amici" operati abusivamente dalla figlia

Se Gulotta non avesse partecipato a molti interventi - con la stessa logica - avrebbe però consentito ai suoi figli di utilizzare le sale operatorie del suo reparto come se fossero casa loro. Eliana Gulotta, chirurgo in servizio al Civico, avrebbe operato tre "amici", a "titolo di favore", proprio al Policlinico ed in modo del tutto illecito, secondo l'accusa. In un caso la paziente sarebbe stata la nipotina di un viceprocuratore onorario, in altri due un avvocato e sua madre. Le due signore avrebbero potuto godere del "privilegio" per il semplice fatto di essere imparentate con il titolare di un negozio di ceramiche e di prodotti per la casa in cui la famiglia Gulotta sarebbe stata solita servirsi.

Il neo tolto all'avvocato per "evitare i turni del Civico"

Gli interventi "abusivi" sarebbero avvenuti il 4 settembre e il 2 ottobre del 2019 e poi il 20 maggio del 2020. Nel primo caso sarebbe toccato proprio all'avvocato, che avrebbe dovuto togliere un neo "al rientro dalle ferie estive" e in modo da "evitare i turni del Civico". Era il professore Gulotta ad avvertire la figlia: "Eliana puoi partire, chiamati Di Buono perché al dipartimento si prolunga". Sentita dai carabinieri, l'avvocato ha poi ammesso la presenza (illegittima) di Eliana Gulotta in sala operatoria, ma ha pure dichiarato di aver sentito la voce del professore. Le sue affermazioni, però, secondo il gip, sarebbero smentite dalle intercettazioni.

"Come mai i carabinieri sono venuti a prendersi i registri?"

La madre dell'avvocato sarebbe stata sottoposta invece ad un'asportazione radicale di lesione della cute il 20 maggio 2020, sempre da Eliana Gulotta, sempre al Policlinico e sempre senza alcuna autorizzazione. Agli investigatori la paziente avrebbe successivamente spiegato di non essere sicura di aver visto e sentito il professore quel giorno, ma ha pure riferito di aver pagato il ticket in ritardo. Sempre dalle intercettazioni emergerebbe il vero motivo di questo ritardo: un controllo del Nas al Policlinico.

"Sono sovrappensiero, ho problemi seri - diceva Gulotta - ho fatto un interventino qua che non ha pagato il ticket... Abbiamo fatto la fesseria, a lei non ho rilasciato niente... io non ne so assolutamente nulla, è chiaro che faccio impostare al segretario tutto quanto...Come mai questi (i carabinieri, ndr) sono venuti qua? Sono venuti a prendersi i registri operatori e tutto quanto...". E l'interlocutore gli diceva: "La persona è affidabile, sa anche come parlare". E infatti la donna avrebbe pagato il ticket dopo il blitz del Nas, il 29 maggio 2020.

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Le sale operatorie come "palestra" per il figlio 

Per il figlio Leonardo, invece, specializzando all'università di Messina, le sale operatorie del reparto diretto da Gulotta sarebbero state una sorta di palestra: secondo l'accusa avrebbe assistito senza autorizzazione a diversi interventi e per giunta mentre sarebbe risultato in malattia, grazie a un falso certificato medico rimediato dal professore. "Tu domani mattina arrivi là (a Messina, ndr) alle 10 - diceva Gulotta al figlio - ti senti male così diventa credibile" e "a me servono i certificati per trasferirti a Palermo". Il professore avrebbe poi preso contatti con il pronto soccorso del Policlinco, dove subito i medici si sarebbero messi a sua disposizione: "Se oltre a quel che gli serve tu mi scrivi... oggi viene al pronto soccorso ed è ricoverato". E così sarebbe andata. Dopo due giorni Leonardo Gulotta era stato dimesso ed era entrato in gioco il medico di famiglia che, senza visitarlo, avrebbe fatto il certificato "con i 15 giorni (di malattia, ndr) che tu avresti deciso", come le ordinava Gulotta.

I carabinieri, grazie alle telecamere, hanno ripreso Leonardo Gulotta nel reparto guidato dal padre e mentre sarebbe anche entrato in sala operatoria. Scherzando Gulotta gli diceva: "Come giustifichi la tua presenza qua? Perché quello senza testa là, Di Buono, se lo porta in sala operatoria...". Ed era lo stesso figlio, in un'altra circostanza chiedergli: "Ci posso andare in sala operatoria?" e lui: "Sì, va bene".

Le visite in nero 

Un altro capitolo dell'inchiesta riguarda le presunte visite in nero compiute, tra luglio 2019 e ottobre 2020, da Gaspare Gulotta. Sono 68 i casi individuati dal Nas. I pazienti sarebbero stati ricevuti sia nello studio del Policlinico del professore oppure, la domenica, nel suo comune natio, Santa Margherita Belice. I soldi sarebbero stati intascati in contante e senza alcuna fattura, ma con un canale privilegiato per accedere poi a visite ed interventi al Policlinico. In seguito ad un altro controllo del Nas, Gulotta avrebbe capito che rischiava "guai seri" e così, come emerge dall'ordinanza, avrebbe istruito i pazienti sul modo in cui rispondere agli investigatori nel caso in cui fossero stati convocati.

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"Il Nas sta facendo controlli, ti prego non dire che hai pagato"

"Allora - affermava l'indagato - loro pensano che uno c'ha gli amici, se li fa venire qua, se li vede così e poi li fa operare prima di altri... Una colonscopia urgente, visto che c'era il Nas qua dentro, ho detto: 'Guardi lei per farla urgente ci vuole qualcuno che dica che sia urgente e quindi lei deve andare a pagare la visita'... Chiddu un ci trasia niente, trovarono sul tavolo questa cosa qua, vogliono sapere com'è...". Ad una paziente Gulotta spiegava: "Volevo chiederti una cortesia, sta facendo dei controlli il Nas, io ti prego se dovessero chiamarti, perché è probabile... Sei venuta qua, hai incontrato me, ma che non hai pagato, altrimenti diranno che io ti ho fatto fare l'intervento... Ho cercato di farlo nei tempi - si giustificava - perché rischi, una volta che si rompeva il rischio c'era... però da loro vengono letti magari ce n'era un'altra... Loro vedono: 'Ah quella ha pagato la visita ecco perché...'".

"Sono guai seri per me..."

E ancora: "Se vengono loro e scoprono che questa ernia è stata operata ieri sera e ce n'era un'altra che aspettava da 20 giorni, sono guai per me... Da stamattina ho capito che non lo posso fare più perché passo guai seri", quindi: "Avete pagato? No! Perché altrimenti se avete pagato: 'Ah ecco perché l'ha fatto operare', 'sei un cretino, non capisci niente, l'ho fatta operare perché si rompeva l'aneurisma e ci lasciava le penne'". Infine chiosava: "Il mio maestro diceva: 'Quannu t'hannu arristari u stessu t'arrestano'".

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