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Cronaca

Concessioni in sanatoria, il Comune paga 100mila euro per chiudere lo "scontro" con i dipendenti

Il Municipio aveva disposto un nuovo progetto di produttività contando sul fondo costituito dalle risorse per il "contratto decentrato integrativo", strumento che però poi non venne attivato

Era stato dato l'ok allo svolgimento di attività straordinarie ai dipendenti comunali del settore Tecnico senza che però vi fosse un parere favorevole da un punto di vista contabile alla spesa. Non c'era cioè il parere positivo di chi avrebbe dovuto pagare. Per questo il Comune di Agrigento ha, in questi giorni, firmato una proposta transattiva da oltre 100mila euro (lorde) che chiude gli scontri tra Palazzo dei Giganti e alcuni tra dipendenti ed ex dipendenti che, nel 2018, furono impegnati nel progetto di potenziamento del rilascio delle concessioni edilizie in sanatoria. Un'attività, questa, che da anni si cerca di portare avanti a ritmi sostenuti - con risultati quantomeno altalenanti - stante l'enorme mole di pratiche conservate negli uffici. Questo anche per consentire al Comune di incassare importi significativi connessi al pagamento degli oneri. Così, 2 anni fa, il Municipio provvide a disporre un nuovo progetto di produttività con questo fine contando poi sul fondo costituito dalle risorse per il "contratto decentrato integrativo" per tutti i dipendenti, strumento che però poi non venne attivato per la mancata certificazione del collegio dei revisori dei conti.

Il personale, però, ha continuato a svolgere il proprio lavoro e, a gennaio del 2020, dal settore era partita una richiesta al dirigente finanziario di disporre la liquidazione del dovuto ai 27 lavoratori.  Richiesta respinta dall'ufficio, proprio per la mancata costituzione del fondo delle risorse decentrate.

Così una decina di operatori si sono rivolti a dei legali per firmare dei provvedimenti ingiuntivi nei confronti dell'Ente, che, dopo essersi inizialmente costituito in giudizio ha deciso di trovare una soluzione transattiva che gli permetterà di spendere "solo" il 70% delle somme, nella consapevolezza che comunque il Municipio sarebbe soccombente. Questo perché, dice un parere legale fornito a Palazzo dei Giganti, "I fatto che il datore di lavoro abbia assunto un impegno per la corresponsione di una forma di remunerazione del personale, al di là dei dubbi di legittimità dell’impegno stesso, non determina come conseguenza che venga meno il vincolo a corrispondere questo compenso, tranne che fosse palese evidente l'illegittimità della forma di remunerazione che è stata promessa". Questo, dice il provvedimento del Municipio, "solleva un dubbio sul fatto che comunque l’ente possa essere chiamato a corrispondere questi compensi, tranne che si dimostri che non sono maturate le condizioni per la erogazione".

Alla fine il Comune proporrà ai lavoratori di accettare circa 100mila euro lorde (il 70% delle somme vantate) chiedendo però loro di rinunciare a qualunque possibile azione risarcitoria.

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